Il Covid-19 in Italia

In Italia 17.221 nuovi contagiati
e 487 vittime

ROMA – Sono stati 17.221 i contagi da coronavirus registrati ieri in Italia insieme ad altri 487 morti che portano il totale a 112.861 dall’inizio della pandemia. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 362.162 tamponi, su tutto il territorio nazionale, con l’indice di positività al 4,75%.

Intanto i pazienti Covid ricoverati nei reparti ospedalieri di terapia intensiva rimangono in tutta Italia 3.663.

“Con che coscienza la gente salta la lista” del vaccino contro il Covid “sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?”. Severe la parole adoperate ieri dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, mentre faceva il punto della situazione sulla campagna vaccinale: “La disponibilità dei vaccini non è calata, i numeri sono tornati a livelli precedenti Pasqua. Sta risalendo, secondo il trend previsto dalla programmazione. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti, quello che occorre è concentrarsi su questa fascia d’età”, ha sottolinea riferendosi ai più anziani.

Nel frattempo, per quanto riguarda gli studi sul Covid-19, la terapia con il plasma convalescente non ha evidenziato benefici sui pazienti in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte. È il risultato dello studio clinico denominato ’Tsunami’, promosso da Istituto superiore sanità e Agenzia italiana del farmaco Aifa, e coordinato dall’Iss.

Lo studio ha confrontato l’effetto del plasma convalescente ad alto titolo di anticorpi neutralizzanti, associato alla terapia standard, rispetto alla sola terapia standard in pazienti con Covid-19 e polmonite con compromissione ventilatoria da lieve a moderata.

In un altro studio, sviluppato tra Italia e Gran Bretagna, si è scoperto che un farmaco usato da più di 50 anni per le infezioni intestinali sarebbe grado di bloccare gli effetti dannosi che la proteina Spike del coronavirus causa alle cellule e il danno provocato da Covid-19 ai polmoni.

Lo studio è di un gruppo di ricercatori del King’s College London, dell’università di Trieste e del Centro di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) di Trieste.

Pubblicato sulla rivista Nature, il lavoro ha identificato il meccanismo che porta alla fusione delle cellule infettate con Sars-Cov-2 e un farmaco in grado di bloccare questo processo.

Il farmaco, sintetizzato negli anni ’70, è stato da allora usato per la terapia delle infezioni intestinali dovute alla tenia. Inibendo la fusione delle cellule, può bloccare anche la replicazione del virus.

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