Immigrazione

Le radici italiane
in una musicassetta

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

WATERLOO –  I genitori di Salvatore Pace, originari di Potenza, si sono trasferiti a Waterloo verso la fine degli anni ‘60. L’oggetto di cui ci ha parlato Salvatore è una cassetta registrata da sua cugina Anna Maria nel 1980. Era un regalo per Salvatore, che quell’anno si trovava in visita a Potenza, ospite dei suoi zii Gaetano e Maria.
Salvatore all’epoca aveva diciassette anni.

Di quella permanenza in Basilicata, e dei rientri successivi, Salvatore ricorda il suo tentativo di imparare la lingua, le notti piene di lucciole, le giornate in allegria con parenti e amici a giocare a carte, e soprattutto ricorda le colonne sonore di tante gite fuori porta per visitare chiese e luoghi di pellegrinaggio. “Ho ascoltato la cassetta successivamente, e a lungo”, dice Salvatore, “la musica è per me veicolo che mi riporta alle radici italiane e mi ricorda il rapporto speciale che si era creato con mia cugina, La conobbi quando era fidanzata, andai al suo matrimonio e asciugai le sue lacrime quando suo marito morì, e nonostante eravamo così lontani io mi trovavo lì, al suo fianco, in tutte le occasioni”.

“Come una piccola Gerusalemme immaginaria nella solitudine di un deserto”, Salvatore, come fece Carlo Levi, esplora i luoghi della Lucania. Respira la fede ovunque, come nelle processioni accompagnate dal canto delle donne, ascolta le preghiere della Madonna Nera di Viggiano, toccata con rami e fiori per non sciupare con il tatto l’urna in cui pulsa il cuore della devozione di un intero paese. Vive la generosità degli abitanti del luogo e scopre dei paesaggi incontaminati, abitati da lucciole e stelle, posti in cui subire un fascino tutto particolare, fatto di silenzi, che nella sua fantasia da adolescente ben presto si riempiono di musica.

“Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi (…) hanno la forma con cui a scuola immaginavo l’inferno di Dante, la stradetta strettissima passava sui tetti delle case” (Carlo Levi).

Potenza, con aria “fine e ventosa”, e i suoi vicoli costruiti “con le viuzze disposte in modo da tagliare il vento”, accoglie Salvatore come un bimbo nella culla gigante del cuore generoso di tutti i suoi abitanti. Quei luoghi incontaminati, quelle case fitte l’una accanto all’altra incollate alle rocce, e quei sentieri che si snodano tra le montagne che sembrano sfiorare il cielo, quei silenzi che si riempivano del cinguettio degli uccelli e del suono costante delle cicale che facevano da colonna sonora alle sue notti d’Agosto così in contrasto con il grigio dei grattacieli e delle strade enormi della 401, crearono nel cuore di Salvatore un groviglio di emozioni che divennero ricordi evocati dalle note delle canzoni scelte una per una da sua cugina Anna Maria per rievocare i momenti passati insieme nei luoghi dell’anima e per portare con sé le note del bel paese in cui si sarebbero incontrati negli anni successivi. Sessanta minuti di suono per rompere il muro della lontananza e riportare alla memoria le stelle di un cielo d’agosto, affidando a quel cielo i sogni e i desideri più belli.

Anna Ciardullo Villapiana

Ed ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana, ispirata dalla storia di Salvatore Pace e della sua famiglia.

Sessanta minuti di suono
a rompere le mura dello spazio e del tempo
allora bambino
cammino tra lucciole e vento
entro nelle chiese
e riecheggia in quegli spazi vuoti ogni parola,
ogni preghiera,
ogni gioco,
e intanto il tempo se ne va
e non ti senti più bambina…cantavi.
Crescemmo ad ogni rombo di volo
tu donna, tu sposa, tu vedova
mentre la luna muoveva coi fili le marionette
di notti d’agosto vissute su cieli lontani.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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