Immigrazione

Domenico, l’argonauta con il computer

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

WATERLOO – Domenico Lombardi ci ha mostrato un oggetto moderno (nella foto sopra), che ha ben poco dei tratti nostalgici che hanno molti altri oggetti nell’evocare il mondo antico lasciato alle spalle.

Eppure i tasti, lo schermo, i pensieri, e le ore passate in loro compagnia hanno particolarmente legato Domenico a questo oggetto “diasporico” per eccellenza. Infatti Domenico lo ha acquistato negli Stati Uniti e lo ha portato con sé nei suoi numerosi viaggi, in Cina, in Europa, in Canada.

Domenico Lombardi (nella foto sotto) è un esperto di economia globale, advisor finanziario, giornalista, ed è stato amministratore delegato della Banca di San Marino. Nel periodo in cui ha lavorato a Waterloo ha condotto una serie di ricerche proprio dal suo computer. La sua è stata un’emigrazione professionale. Nato a Napoli, studia alla Bocconi di Milano, al conseguimento della laurea si trasferisce in Inghilterra. In uno dei suoi viaggi in Massachusetts incontra Fabiana, la sua futura moglie. Dopo aver conseguito il PHD si dirige ancora una volta oltreoceano, a Washington, dove rimane, dal 2001 al 2013, con sua moglie, lì nacquero i loro due figli, Ludovica e Leonardo. Poi parte alla volta del Canada.

Nei suoi anni di permanenza a Waterloo, dal 2013 al 2017 si sente particolarmente “welcomed”, come egli stesso ha affermato. Di questo paese apprezza molto il multiculturalismo, un ambiente che sarebbe stato ideale per far crescere e formare i propri figli che, oltre all’italiano, il francese, e l’inglese hanno iniziato a studiare, proprio qui, anche il cinese. Tuttavia, un’offerta di lavoro allettante lo porta a fare rientro in Italia, in realtà a San Marino,”la patria fuori dalla patria”, come l’ha definita egli stesso, dove si ferma per due anni, e infine si stabilisce a Roma, città d’origine della moglie, dove abita al momento.

A Domenico è stato recentemente conferito il titolo di Cavaliere del Lavoro in merito ai suoi anni di ricerca e di impegno sociale.

Il percorso di Domenico è stato sicuramente impegnativo ed esaltante, “in avanti e poi a ritroso cercando di arricchire la prospettiva”. Una prospettiva ricca di studi, ricerche, incontri, scoperte di luoghi e culture viste con la lente critica dello studioso. Il viaggio di chi non sente nostalgia perché esplora i luoghi per un periodo e poi riparte più ricco. Una ricchezza di esperienza, culturale, linguistica e accademica.

Domenico incoraggia i suoi figli a mantenere le radici, pur esplorando il mondo, e a coltivare i rapporti con gente incontrata  lungo il loro cammino.

Domenico, ben ancorato al porto dei valori, in primis quello di prendersi cura della propria famiglia, è altresì  animato da una forte curiosità nella scoperta di posti nuovi e dall’ amore per la conoscenza dei meccanismi che regolano l’economia globale. Poeticamente lo immagino come i grandi della letteratura di viaggio che partivano alla riscoperta di mondi nuovi per poi stilarne i tratti nel loro diario e restituire al lettore la magia e i segni di una cartografia nuova.

Domenico è il novello argonauta, come Giasone si mette in viaggio alla ricerca del vello d’oro, il suo non è un pellegrinaggio, ma un pagano, dantesco “folle volo”. Come Ulisse è animato dall’ardore “a divenir del mondo esperto”, il suo è un eroismo intellettuale, intensificato da passione per la conoscenza e sfida per l’ignoto.

C’è ben poco di nostalgico nella sua storia. Il racconto che Domenico intrappola nello schermo del suo computer non è letterario, è piuttosto analitico, scientifico. Domenico raccoglie dati, li interpreta, la sua cartografia ha tratti empirici. Si avvicina più a Marco Polo se vogliamo, la scrittura che si intreccia con l’esperienza del reale e diventa ricerca, o meglio ancora, Il giornale di bordo di Cristoforo Colombo, ma il suo mare non è liquescente, la sua barca si muove su uno schermo piatto su cui si infrangono le onde di un’economia globale da cui dipende il benessere di molti popoli.

L’immaginario odeporico di Domenico non è mai naufragato nel baudeleriano “notiziario della noia”. Rimane il suo pensiero, tra tasti e schermo, a interpretare i meccanismi di un mondo che non è mai quello di ieri.

Anna Ciardullo Villapiana

Ed ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana, ispirata dalla storia di Domenico Lombardi.

Un mare nero lo schermo
su cui galleggia il vascello dei miei pensieri.
Battono le dita sui tasti
i luoghi inseguono le parole.
Non c’è spazio per voli pindarici
né fuoco per sciogliere il ghiaccio
che sbriciola le mie sensazioni.
Stendo il filo di Arianna
tra mente e regioni
pulsa un cuore d’acciaio
nei labirinti che intralciano le parole.
Insieme viaggiamo
con ali screziate
approdando in un posto
che non è mai quello di ieri.
Torno a casa
su un treno veloce
rallento i pensieri.
Taccuino di sogni su cui un tempo si inarcavano,
nude, persino le curve dei miei desideri.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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