Il “fattore Ford” irrompe
in campagna elettorale,
tory in fuga nei sondaggi

TORONTO – Con i conservatori che rafforzano il loro vantaggio sui liberali, nella campagna elettorale irrompe il “fattore Ford”. Il premier dell’Ontario, dopo un lungo silenzio durato più di cinque settimane, è tornato – abbronzatissimo – davanti alle telecamere mercoledì per presentare il passaporto vaccinale che entrerà in vigore il prossimo 22 settembre, due giorni dopo il voto federale. E durante la conferenza stampa ha lanciato due “siluri” contro Justin Trudeau.

Prima ha accusato il primo ministro uscente di non aver ascoltato le richieste dei premier provinciali, che a partire dallo scorso luglio avevano chiesto al governo federale di approvare e attivare un passaporto vaccinale nazionale e di non lasciare alle singole province questo compito.

Poi, il secondo affondo: il leader liberale – è questa l’accusa di Ford – per un calcolato rendiconto personale ha optato per il colpo di mano, scegliendo l’opzione delle elezioni anticipate nel bel mezzo della pandemia, con il Paese alle prese con la minaccia rappresentata dalla variante Delta e con tutte le incognite della quarta ondata di Covid-19.

Senza entrare nel merito delle accuse lanciate dal premier dell’Ontario, è importante sottolineare come nei mesi scorsi Ford aveva annunciato che, nel caso in cui ci fossero state le elezioni anticipate – non avrebbe partecipato al dibattito politico e non avrebbe preso parte in alcun modo alla campagna elettorale. E questo – è evidente, ma Ford non lo ha detto – per evitare che si riproducesse quella dinamica politica che caratterizzò la campagna elettorale del 2019 che, alla fine dei conti, favorì Trudeau. Due anni fa, infatti, il leader liberale e il premier dell’Ontario furono protagonisti di furiose polemiche che offuscarono il candidato primo ministro del Partito Conservatore, l’allora leader tory Andrew Scheer. In Ontario i liberali conquistarono 79 seggi su 121 disponibili, costruendo la base per la vittoria – seppur risicata – e la formazione di un governo di minoranza.

In Ontario in questo momento la popolarità del premier è ai minimi storici. Erin O’Toole, leader del Partito Conservatore, vuole ovviamente evitare che il malcontento strisciante verso il premier si traduca alle urne con un aumento del consenso verso Trudeau: in definitiva, sarebbe meglio se Ford non intervenisse su questioni di carattere federale e se non si facesse coinvolgere da futili polemiche con il primo ministro uscente.

Vedremo se il premier riuscirà a resistere alla tentazione di polemizzare contro il leader liberale, bloccando sul nascere quel “fattore Ford” che potrebbe rilanciare le ambizioni di vittoria di Trudeau.

Nel frattempo però i sondaggi continuano a delineare uno scenario preoccupante per il Partito Liberale. Secondo l’indagine demoscopica della Nanos il Partito Conservatore in questo momento cattura il 34,2 per

cento delle intenzioni di voto, mentre i liberali non vanno oltre il 30,5 per cento e i neodemocratici di Jagmeet Singh restano ancorati al 20,1 per cento.

Anche Campaign Research conferma il rafforzamento del partito di O’Toole e il progressivo indebolimento di quello guidato dal primo ministro uscente. Stando al sondaggio presentato ieri, i conservatori sarebbero a quota 33 per cento, mentre i liberali scenderebbero al 30 per cento. Altro dato preoccupante per Trudeau, registrato peraltro da quasi tutti i sondaggi degli ultimi giorni, è la crescita significativa dell’Ndp che raggiunge il 22 per cento e che starebbe intercettando il consenso dell’elettorato liberale deluso.

La forbice tra i due principali partiti è addirittura più ampia nel sondaggio della Mainstreet Research, che tuttavia nelle ultime due settimane è sempre stata sempre molto “generosa” verso i conservatori. Secondo questa indagine demoscopica i tory in questo momento si troverebbero al 36 per cento mentre il partito di Trudeau catturerebbe il 30,9 per cento delle intenzioni di voto.

Resta da capire che incidenza potranno avere i dibattiti tra i leader. Ieri sera, mentre stavamo andando in stampa, era in corso il primo dibattito non ufficiale e in francese: questo potrebbe servire da trampolino di lancio per O’Toole in Quebec, una provincia dove i conservatori continuano ad avere delle difficoltà. Poi le due tappe chiave saranno rappresentate dai due dibattiti ufficiali dell’8 e del 9 settembre: qui Trudeau si giocherà le ultime chance per invertire la tendenza e tornare a sperare nella vittoria alle urne.

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