Il Commento

Un voto fra mendicanti e sentimenti feriti

TORONTO – Rispetto chiunque metta il suo nome su una scheda elettorale. Raramente è un esercizio morbido; il più delle volte è, al suo massimo, “ruvido e caotico”. Le nostre istituzioni democratiche hanno bisogno di persone preparate a subire i colpi per nostro conto. La democrazia non è un processo per chi si arrende troppo facilmente o per i permalosi.

Si dovrebbe ancora preferire vedere un elemento di cortesia nel “ruvido e caotico” della politica. Dopo che la “chiacchierata” e il combattimento sono finiti, il(i) vincitore(i) dovrà(nno) ancora dimostrare la sua(loro) abilità di statista(i).

Alcuni membri della stampa hanno assunto un atteggiamento “infantile” nei confronti del coinvolgimento della folla durante la campagna elettorale. Probabilmente non sono andati a un evento sportivo. La vita non è come un social media in cui si può impiegare la tattica autosoddisfacente di “bloccare” chiunque il cui “tono” possa risultare sgradevole. Noi/io preferiamo/preferisco coprire il dibattito sulle questioni.

Ora, con il 40% della campagna finita, stile e sostanza si sono fusi a sufficienza da non offuscare più le domande principali: perché siamo qui e dove andiamo da questo punto?

Nessuno dei Partiti può supporre di essere stato colto di sorpresa. Si stavano preparando da mesi per queste elezioni. A differenza di noi nel “mondo di tutti i giorni”, questo è quello che fanno come professione. Come dice il proverbio, a chi è dato molto, ci si aspetta molto – con il privilegio viene la responsabilità.

Sfortunatamente per il Primo Ministro, poiché brandisce lo scettro del potere, è lui che porta il fardello più pesante. I leader dell’opposizione sono solo leggermente meno responsabili. Il loro dovere verso di noi?

Offrire un’alternativa valida e praticabile. Tutto il resto è fumo e specchi, giochi di prestigio e parole magiche.

Prendiamo ad esempio le dichiarazioni di attori secondari in questa campagna elettorale federale. Le “richieste” dei Premier Provinciali (più soldi e meno condizioni imposte a come li spendono), dei Sindaci (avere i soldi ed eludere i governi provinciali) o anche dei Leader delle Opposizioni Parlamentari (promettiamo più soldi ai sindacati, agli organismi professionali, o a chiunque sia “escluso”) hanno avuto l’effetto di trasformarci tutti in mendicanti.

Eppure, alla vigilia del ritorno a scuola – forse – e alle soglie di un dibattito nazionale (il momento del “golden goal” in politica), collettivamente, dobbiamo ancora elaborare un piano per salvaguardare la salute e la sicurezza dei nostri figli. Non abbiamo elaborato una strategia per far riaprire e prosperare l’economia. Allo stesso modo per quanto riguarda le partnership internazionali e come queste potrebbero aiutare a sviluppare un futuro migliore per i nostri figli e nipoti.

No, siamo troppo facilmente distratti da chiassosi cafoni che sentono il bisogno di gridare parolacce e oscenità, a tal punto che corriamo ai ripari. Come mai? Le nostre istituzioni democratiche non dovrebbero essere così fragili. Inoltre, il Primo Ministro viaggia con una scorta di dieci auto i cui occupanti di guardia – alcuni degli esemplari più alti in cattività – emergono alla minima provocazione per proteggerlo da un potenziale pericolo fisico.

Sabato, una partita di calcio della Premier League tra Chelsea e Liverpool trasmessa in televisione, è stata l’epitome delle buone maniere e dei problemi di salute da parte di concorrenti e spettatori. Era una folla da tutto esaurito, rispettosa dei pericoli della variante Delta del Covid-19 che si sta diffondendo nel Paese. Tutti in tribuna indossavano una maschera, osservati in dignitoso silenzio mentre i giocatori rispettavano diligentemente il distanziamento sociale alla ricerca della palla sul campo, scusandosi e coprendosi la bocca ogni volta che un membro della squadra avversaria si avvicinava.

Scusate, devo aver visto la partita sbagliata.

Nella foto in alto, un cartello all’ingresso di un seggio elettorale (da Elections.ca)

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