Il Commento

Senza timone in Halton. E dopo?

TORONTO – Sono sicuro che pensavano di “fare la cosa giusta”. Quattro deputati del parlamento federale si sono presi una pausa dalla loro lotta incessante contro la diffusione dell’Omicron per inviare una lettera tramite Twitter (e altri media digitali) per soppesare la questione più urgente che affligge il comune regionale di Halton.

No, non si tratta della disponibilità di vaccini, né dei meccanismi in atto per consegnarli “ai canadesi idonei (in Ontario), né della necessità di aiutare le imprese e la società in generale a tornare a qualche elemento di normalità e neppure della reattività delle istituzioni federali alle sfide del momento. Non si tratta di viaggiatori irriverenti, di camionisti che non possono svolgere il proprio lavoro dati i protocolli sanitari federali e non si tratta di interruzioni della catena di approvvigionamento attualmente identificate come colpevoli dell’aumento dei prezzi e dello svuotamento degli scaffali dei negozi di alimentari.

Né si tratta delle sfide internazionali che l’attuale politica russa stia ponendo alle alleanze occidentali, né del tintinnio di sciabola economica americana che si scaglia contro ogni paese nello sforzo di Joe Biden per salvare la sua Presidenza tutt’altro che stellare.

La lettera (riprodotta qui sopra dalle loro pagine Twitter) è stata strutturata per sostenere una specifica fazione dell’Halton District Catholic School Board (HCDSB) desiderosa di riaprire il dibattito sull’alzabandiera e lo sventolare della bandiera nel mese di giugno, dove e per quanto. La questione è stata discussa e determinata lo scorso maggio. La mozione per riaprire tale discussione sarà discussa nel Consiglio di Amministrazione di questa sera. Non è l’unica mozione all’ordine del giorno.

Una delle quattro, la cui biografia fa riferimento alla sua esperienza in Corporate Governance (aziendale), si chiederebbe sicuramente se la mozione sia in regola e se soddisferebbe il test della maggioranza dei due terzi necessaria per procedere. Perché quattro parlamentari federali, due dei quali ministri, abbiano ritenuto che la questione meritasse il loro salto con l’asta sull’autorità del ministro provinciale dell’Istruzione è una discussione che potrebbe riempire le pagine di diversi giornali.

Questo potrebbe essere un punto controverso se il giudice che presiede i dodici casi di frode penale presumibilmente commessi da uno dei sostenitori della mozione prende effettivamente una decisione che potrebbe portare alla sua rimozione.

I quattro parlamentari devono anticipare un problema che si riverbererà a livello nazionale nello stesso modo in cui ha fatto la minaccia del Premier Legault del Québec di imporre tasse agli esitanti del vaccino. È più probabile che prevedano di dover affrontare fobie religiose e culturali che la Mozione potrebbe scatenare.

In breve, non è davvero una questione di loro competenza. Nemmeno Jagmeet Singh sta valutando le questioni della giurisdizione provinciale e dei simboli religiosi nelle aree di autorità provinciale. Il Primo Ministro non osa farlo.

L’alzabandiera ha implicazioni religiose per i diritti confessionali garantiti dalla legge costituzionale, dalla Carta dei diritti e delle libertà, dalla legge sull’istruzione (e dal codice dei diritti umani). Gli amministratori dell’HCDSB, come tutti gli amministratori cattolici, hanno il compito specifico di preservarli e promuoverli.

Uno dei ministri (una indù) è una ex docente universitaria di diritto e dovrebbe saperlo. Uno degli altri è apparentemente di fede ebraica. Un quarto è un ex atleta. Lui solo sarà “un elettore cattolico” al quale si applicano i diritti confessionali.

In ogni caso, la “convinzione” non può sostituire la cura dei propri affari e la protezione dei diritti duramente consumati ai sensi della Costituzione e della Carta dei diritti.

(Traduzione in Italiano a cura di Marzio Pelù)

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