Il Commento

IN ESCLUSIVA
Provveditorato cattolico
e Lecce nei guai legali

TORONTO – Quando è troppo è troppo, oramai c’era da aspettarselo. Del Grande torna all’attacco. Una domanda di riesame giudiziario (Judicial Review, JR) tra Michael Del Grande e il Consiglio scolastico distrettuale cattolico (TCDSB) è stata depositata presso il tribunale divisionale. Comprensibilmente, ci è voluto un po’ di tempo affinché fosse redatta nella sua versione finale.

Nella sua lettura, assomiglia a un sottile velo tirato indietro che rivela il marciume di governance, sotto la superficie, che ha afflitto i provveditorati agli studi dell’educazione cattolica e quello del TCDSB in particolare. Espone anche l’ingerenza perversa, se non illegale, da parte della legislatura di Queen’s Park su temi programmatici probabilmente al di fuori della sua giurisdizione.

Qualunque cosa si pensi dei meriti dell’educazione cattolica, il TCDSB si è impantanato in una palude di confusione riguardo la sua missione ed il mandato costituzionale di servire i suoi contribuenti cattolici. Gli amministratori fiduciari (trustee) non sembrano sapere perché sono in carica o quale padrone servire. I nostri figli, la cura dei quali affidiamo loro, sembrano raramente entrare nei loro calcoli decisionali.

Il Corriere Canadese ha seguito, e criticato, quasi tutte le “delibere” del TCDSB per la maggior parte di questi sette anni. È un’organizzazione che ha un disperato bisogno di una vera leadership.

La domanda di revisione giudiziaria si legge come un’anatomia del perché sia così. Il tempo dirà se il giudice incaricato del caso avrà il coraggio o la “competenza” di decidere di conseguenza.

In primo luogo, dovrà risolvere il pasticcio procedurale interno che fiduciari e personale hanno creato nella loro vile, spesso viziosa (nella percezione di questo scrittore) vendetta contro uno dei trustee.

Il consulente legale del fiduciario Del Grande illustra non meno di 61 esempi di perversione su scopo e autorità motivati da un obiettivo apparentemente singolare, quello di “incolpare la vittima”. Egli sostiene tutto con riferimenti a sedici statuti e dottrine del diritto.

In secondo luogo, il tribunale potrebbe dover decidere se così facendo ritenga opportuno avventurarsi in “diritti confessionali”, ai sensi della Costituzione, e dare il via ad una crisi per la quale sicuramente non c’è appetito politico o necessità. Il JR sostiene che Del Grande ha agito in modo continuo e coerente entro i parametri del mandato del TCDSB e del suo giuramento solennemente espresso e seriamente seguito.

In terzo luogo, mentre la JR indica un superamento aggressivo, forse illegale, dell’autorità da parte del Ministro dell’Istruzione, non implica il magisterium e/o i suoi obblighi espliciti/impliciti, nel rispetto delle dottrine cattoliche che convalidano il sistema educativo per gli oltre 90.000 studenti nella sua giurisdizione, solo a Toronto.

Come siamo arrivati a questo punto? Il Corriere Canadese ha documentato le sue osservazioni – ancora attuali: quattro trustee anticattolici (almeno uno dei quali non idoneo come elettore); un insegnante briccone nel sistema; un attivista tafano; uno studente post-laurea, e ultimamente un consigliere comunale senza alcun interesse concreto in merito.

Questa sembra essere la composizione del gruppo che guida l’odio personale e religioso che alla fine ha portato al JR.

Chi pagherà per il dipanare di questo imbroglio? Dal punto di vista della difesa (TCDSB) le spese saranno a carico dei contribuenti cattolici di Toronto. Figure ombrose, dietro quanto detto sopra, potrebbero sfuggire ad ogni obbligo finanziario. Ironia delle ironie, il TCDSB sembra che abbia assunto come consulente legale una società specializzata nel servizio ad un gruppo determinato ad eliminare il sistema cattolico.

Del Grande dovrà fare una raccolta fondi per coprire le spese. Pensate un po’. Infine, le prime indicazioni sono che il governo dell’Ontario – che ha “tasche profonde” (le nostre tasse) – proverà a tener fuori il ministro dell’Istruzione dal riesame giudiziario.

Non è una questione che finirà domani.

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