Il Commento

“Il potere dovrebbe servire da freno al potere”  

TORONTO – A volte si può trovare ispirazione negli scritti di pensatori oramai scomparsi da tempo. Confesso di apprezzare il fascino dei filosofi illuministi francesi come Le baron de Montesquieu (1689-1755). Hanno una certa rilevanza anche oggi, soprattutto se si seguono i meandri del Toronto Catholic District School Board (TCDSB). A questo proposito, Montesquieu avrebbe potuto dire: “Il potere dovrebbe servire da freno al potere” e “La libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono”.

Il Corriere Canadese si trova in una posizione interessante. È un giornale laico che difende i diritti religiosi di un’istituzione che esiste perché la Costituzione che regola questo Paese dice che ha il diritto di esistere.

In parole povere, la Costituzione è un contratto tra i partner che delinea i principi e i diritti da proteggere, godere e coltivare sotto l’egida della legge.

I provveditorati agli studi cattolici per l’istruzione pubblica facevano parte dei negoziati che hanno portato al British North America Act e alla Confederation, la creazione del Canada. Hanno diritti ai sensi della Legge perché la loro partecipazione ha reso possibile la Legge. Si suppone che i diritti costituzionali, nell’usanza moderna, siano molto simili a un accordo prematrimoniale: non li si perde perché il matrimonio si scioglie – né il Paese, né lo statuto si è sciolto.

I provveditorati agli studi cattolici esistono a beneficio dei contribuenti cattolici, pagati da contribuenti cattolici per eseguire un curriculum di competenze, richiesto dallo Stato, in un ambiente coerente con le aspettative delle famiglie di orientamento cattolico.

Nel bene e nel male, l’arbitro di ciò che può o non può essere cattolico è la Chiesa rappresentata dal suo vescovo locale. Non è il governo (tramite il suo ministro) e certamente non è il fiduciario (trustee) locale o il consiglio di amministrazione. A proposito, ogni anno questi trustee giurano solennemente di attenersi agli insegnamenti di quel vescovo.

Né gli amministratori, né gli insegnanti, né i trustee, né i genitori o i loro figli studenti sono danneggiati da questo “accordo prematrimoniale”. Hanno sempre una alternativa: andare in un altro sistema scolastico con simile mandato costituzionale, quello pagato dai “contribuenti della scuola pubblica”. O come altri, mandare i propri figli in scuole private.

Nessuno di loro può pretendere di determinare cosa si intende per “cattolico”. I contribuenti, ad esempio, devono superare uno sbrigativo “test” per identificarsi come sostenitori – contribuenti – del sistema scolastico cattolico, altrimenti non possono mandare i loro figli a una scuola cattolica – e perché dovrebbero farlo se non lo sono?

Competenza e impegno a parte, gli insegnanti, almeno a livello delle scuole elementari e medie, devono fornire la documentazione che sono effettivamente cattolici, altrimenti, come potrebbero insegnare in un ambiente di insegnamento cattolico? Chi potrebbe tollerare che vivano e insegnino una menzogna? Non sarebbe accaduto in nessun altro “ambiente religioso” – e non dovrebbe.

Questo ci riporta ai provveditorati agli studi come istituzioni: cattolici e costituzionali. Dalla mia osservazione delle deliberazioni e delle dinamiche del TCDSB, sembra che questo Provveditorato sia diretto verso una sfida costituzionale. Nelle parole del suo stesso presidente, è disfunzionale.

Aggiungo che le sue decisioni negli ultimi due anni potrebbero effettivamente essere illegali. Almeno due dei suoi amministratori – che non sembrano aver rispettato il limite minimo di essere sostenitori del sistema scolastico per i cattolici – non compaiono nelle liste dei contribuenti ufficiali. Sarebbe grave, se vero, secondo le parole sia di un avvocato penalista che di un esperto costituzionale, significa che avrebbero commesso una frode elettorale per essere eletti e dovrebbero essere rimossi.

Un consigliere della città di Toronto è stato rimosso dopo le elezioni, lo scorso anno, per un’infrazione nella spesa post-elettorale dei fondi che lui aveva raccolto durante la campagna! Tuttavia, un trustee che è stato ritenuto colpevole di aver violato il Codice municipale della legge sui conflitti fa ancora parte delle deliberazioni e delle decisioni del Consiglio cattolico. Saranno invalidate tutte quelle decisioni una volta che la legge raggiungerà quegli amministratori? Che si facciano avanti dei cittadini rispettosi della Legge.

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