TORONTO – Contro le politiche protezionistiche di Donald Trump serve un fronte comune per far tornare l’inquilino della Casa Bianca sui suoi passi. È questa la posizione ufficiale del governo canadese, impegnato in questi giorni nella delicata partita a scacchi con Washington dopo l’inizio della guerra commerciale. A confermare la strategia di Ottawa ci ha pensato il ministro degli Esteri Melanie Joly, durante un’intervista concessa a Euronews, nella quale viene ribadita la necessità di una risposta unitaria da parte di tutti i Paesi colpiti dai dazi voluti dal magnate americano. L’esponente dell’esecutivo canadese ha sottolineato come a suo avviso anche l’Unione europea dovrebbe dare una risposta dura alle tariffe reciproche che stanno facendo crollare i mercati di tutto il mondo e che stanno gettando le basi per una nuova recessione globale.
“Eravamo il canarino nella miniera di carbone – ha detto Joly a Euronews – Siamo sotto tre ordini esecutivi provenienti dalla Casa Bianca, uno su tutte le nostre esportazioni con dazi del 25%, che siamo stati in grado di mettere in parte in pausa, ma per il 40% di tutte le nostre merci inviate negli Stati Uniti, c’è ancora il 25% di tariffe. Abbiamo anche il 25% sul nostro acciaio e alluminio che vanno negli Stati Uniti, e abbiamo anche una tariffa del 25% sul nostro settore automobilistico”.
In risposta, il Canada ha annunciato contro dazi per un valore di 60 miliardi di dollari sulle merci americane che entrano in Canada. Per Joly che le contro tariffe sono l’unico modo per interrompere i piani di Trump e costringerlo a ritirarsi, nonostante il fatto che la Casa Bianca abbia messo in guardia contro qualsiasi ritorsione.
“Ci stiamo difendendo. Non abbiamo mai iniziato questa guerra commerciale, ed è chiaro per noi, conoscendo così bene il popolo americano, che gli americani non sono d’accordo con le azioni che escono dalla Casa Bianca”, ha detto. “Milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti possono essere persi a causa di una guerra commerciale con il Canada”.
Joly spera che altri si uniscano alla lotta. “Non solo siamo in testa alla carica, ma siamo il paese che a questo punto ha imposto di più le contro tariffe contro le merci statunitensi. Stiamo lavorando con l’Unione europea. Ho avuto solo una conversazione con il commissario per il commercio, Sefcovic. “Stiamo lavorando anche con i partner asiatici e continueremo a fare la massima pressione”.
“L’unico modo per il presidente Trump di fare marcia indietro sulla sua guerra commerciale è che il popolo americano stesso dica ’basta’. Sono loro che possono creare la pressione politica all’interno del proprio sistema per garantire che il cambiamento avvenga”.
Oltre a imporre tariffe, il presidente Trump ha intensificato i suoi attacchi al Canada, suggerendo persino che il Canada potrebbe diventare il 51° stato, un’affermazione che il governo canadese ovviamente ha preso sul serio.
More Articles by the Same Author:
- I liberali vincono le elezioni ma sarà governo di minoranza
- Finisce la campagna dei veleni, ora la parola passa agli elettori
- Dazi e annessione, nuove minacce di Trump
- Corsa ai seggi con lo spettro di Trump alle porte
- Voto anticipato per 7,3 milioni di elettori. Poilievre: previsti tagli per 23 miliardi