TORONTO – L’impatto o l’importanza degli spazi culturali viene solitamente contemplato solo quando tali luoghi diventano scarsi o inaccessibili. Per coloro che lavorano nelle industrie creative o esercitano il loro mestiere nelle arti, l’impatto è ovvio. Ma che si creda o meno che vari cinema d’essai come sale cinematografiche, sale da musica o gallerie d’arte, ad esempio, siano vitali per il battito socio-economico di una città, gli spazi culturali sono stati un pilastro sin dall’inizio della civiltà complessa.
Una delle città più antiche della storia, Roma, sta per scoprire quanto vale per la comunità. Nell’ultimo decennio, la città eterna ha visto chiudere oltre 100 cinema, molti dei quali risalgono all’inizio del XX secolo. Il destino di questi cinema è stato tuttavia diverso, alcuni hanno ceduto lasciando il posto a sale bingo o supermercati mentre altri come il Cinema Troisi (a Trastevere) e il Fiamma (vicino a Via Veneto) stanno godendo di una rivitalizzazione.
Ma una proposta di legge, la cui votazione è prevista per la prossima settimana, potrebbe cambiare per sempre il panorama cinematografico di Roma. L’imminente legge, se approvata, potrebbe rimuovere le restrizioni esistenti che hanno frenato gli sviluppi commerciali dalla conversione dei cinema storici di Roma in spazi non culturali. Fino a 50 cinema attualmente abbandonati potrebbero trasformarsi in centri commerciali e strutture multisala. La maggior parte delle persone probabilmente considererebbe questa una scelta ovvia. Altri la vedono come un sacrificio del patrimonio culturale per profitti più elevati.
Una di queste persone è l’architetto Renzo Piano, famoso creatore del Centre Georges Pompidou di Parigi, dello Shard di Londra e del Parco della Musica di Roma. Piano ha scritto una lettera aperta su La Repubblica il 20 febbraio, chiedendo ai legislatori romani di preservare la loro storia.
Piano: “Quegli spazi, attivi o abbandonati, rappresentano gli ultimi polmoni che forniscono ossigeno alle nostre città, sempre più sature di automobili, centri commerciali, hotel e case vacanze. L’apertura alla riconversione di quelle aree diventerà la pietra tombale delle nostre metropoli nel giro di pochi anni, danneggiando tutto, compreso il commercio al dettaglio. Se i cinema potranno essere riconvertiti, dopo alcuni anni di chiusura, in luoghi esclusivamente orientati al profitto, il valore di quegli immobili salirà e il declino di luoghi essenziali della cultura, come le sale cinematografiche, sarà inevitabile”.
Da quando Paino ha pubblicato la lettera 7 giorni fa, oltre 500 registi hanno sottoscritto il suo messaggio e firmato un appello. Il sostegno arriva da registi visionari come Francis Ford Coppola, Jane Campion, Spike Lee, Wes Anderson, David Cronenberg e Martin Scorsese, per citarne alcuni.
Il regista premio Oscar di The Departed – Il bene e il male ha riecheggiato i sentimenti di Paino in una sua lettera aperta: “Un profondo sacrilegio non solo per la ricca storia della città, ma anche per l’eredità culturale per le generazioni future… questa lettera è indirizzata personalmente anche al Presidente Sergio Mattarella e al Primo Ministro Giorgia Meloni per impedire qualsiasi conversione degli spazi culturali di Roma. È nostro dovere trasformare queste ‘cattedrali nel deserto’ abbandonate in veri templi della cultura, luoghi capaci di nutrire le anime delle generazioni presenti e future.”
Nelle foto, un cinema abbandonato a Roma e l’architetto Renzo Piano
Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix