Canada

I tory fanno traballare
il patto di legislatura:
“Più spese militari”

TORONTO – Il Canada deve aumentare le sue spese militari fino a raggiungere la quota prevista dagli accordi presso la Nato. A chiederlo è stato ieri il Partito Conservatore, alla vigilia della presentazione del budget federale in programma domani alla House of Commons.

“È tempo – ha dichiarato Kerry-Lynne Findlay, ministro ombra conservatore per la Difesa – che il Canada contribuisca con la sua giusta quota alla Nato. Come membro fondatore dell’Alleanza Atlantica, la pace e la sicurezza di cui i canadesi hanno goduto negli ultimi 73 anni sono state sostenute dalla promessa di sicurezza collettiva che qualsiasi attacco a un paese della Nato sarebbe stato un attacco a tutti”.

“Tuttavia – ha poi aggiunto – su 30 Paesi della Nato, il Canada è al 25° posto in termini di spesa militare. L’ultimo rapporto annuale pubblicato dalla Nato mostra che il Canada ha speso solo l’1,36% del suo Prodotto interno lordo per l’esercito nel 2021, ben al di sotto del 2% del Pil concordato dai leader della Nato. Questo è il motivo per cui i conservatori chiedono al governo liberale -Ndp di aumentare la spesa per la difesa nazionale ad almeno il 2 per cento del Pil del Canada, in conformità con la dichiarazione del vertice del Galles del 2014 della Nato”.

“Con l’escalation della guerra in Ucraina- ha aggiunto – e le minacce alla nostra sicurezza nazionale in tutto il mondo, i conservatori vogliono vedere un bilancio che assicuri al Canada di ristabilire la sua posizione di partner di fiducia per la sicurezza globale e membro affidabile della Nato. Il governo ha l’opportunità di mostrare ai canadesi che prendono sul serio il nostro impegno nella Nato sostenendo la nostra mozione conservatrice e impegnandosi nel loro prossimo bilancio a fornire alle donne e agli uomini delle forze armate canadesi le risorse di cui hanno bisogno”.

La presa di posizione dei conservatori mette il dito nella piega, nell’unico settore dove il patto di legislatura tra il Partito Liberale e i neodemocratici potrebbe davvero traballare, cioè quello delle spese militari.

Nelle ultime settimane, infatti, i ministri Chrystia Freeland, Anita Anand e Melanie Joly hanno confermato a più riprese come l’esecutivo liberale abbia intenzione di aumentare gli stanziamenti destinati alla Difesa, ponendosi nella sostanza in una posizione molto simile a quella dei conservatori.

L’Ndp, al contrario, è da sempre a favore di una riduzione delle spese militari, per poter destinare maggiori risorse ai programmi sociali e a politiche a vantaggio delle fasce meno abbienti della popolazione canadese. La scorsa settimana, proprio su questo punto, il leader ndippino Jagmeet Singh è stato abbastanza vago: da un lato ha confermato la contrarietà dell’Ndp di aumentare le spese militari, dall’altro però ha sottolineato la necessità di sostenere l’Ucraina do fronte all’invasione russa.

Resta quindi da capire fino a che punto le misure relative alle spese militari che saranno presenti nella manovra finanziaria di quest’anno potranno trovare il sostegno dell’Ndp.

Anche perché siamo di fronte a cifre molto alte. Attualmente il Canada – come ribadito anche dai conservatori – destina l’1,36 per cento del suo Prodotto interno lordo alla Difesa, con l’obiettivo di arrivare al 2 per cento in un futuro non troppo lontano. Secondo un rapporto redatto dal Parliamentary Budget Officer Yves Giroux, raggiungere il 2 per cento del Pil canadese vorrebbe si tradurrebbe con una spesa compresa tra i 20 e i 25 miliardi di dollari all’anno.

L’Ndp, siglando il patto di legislatura, si è impegnato 2 settimane fa a non votare la sfiducia e a far passare le leggi di bilancio del governo fino al giugno del 2025, quando questa legislatura sarà agli sgoccioli: l’aumento delle spese militari rappresenta uno scoglio non indifferente sulla tenuta dell’accordo.

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