Gli Usa potrebbero abbandonare il Cusma
TORONTO – Tutte le opzioni sono sul tavolo, compreso l’abbandono degli Stati Uniti dell’accordo di libero scambio con Canada e Messico. La conferma è arrivata direttamente dalla Casa Bianca, con il presidente americano Donald Trump che ha fatto sapere ieri di essere pronto ad accantonare il Cusma per poi procedere con l’avvio di una trattativa per la creazione di un accordo ex novo, che chiaramente sarà penalizzante sia per il Canada che per il Messico.
Bisogna ricordare che la guerra commerciale scatenata dall’inquilino della Casa Bianca ha avuto degli effetti finora abbastanza limitati sull’economia canadese: certo, alcuni comparti del nostro tessuto produttivo sono stati colpiti pesantemente – acciaio, alluminio, legname e componentistica auto – ma la presenza del Cusma ha fatto da ombrello protettivo a circa l’85 per cento dei prodotti canadesi esportati nel ricco mercato statunitense. Se l’accordo di libero stralcio venisse stralciato unilateralmente da Washington, tutto l’export canadese sarebbe soggetto alla tassazione aggiuntiva delle tariffe, con potenziali effetti catastrofici per la nostra economia.
A rafforzare la posizione della Casa Bianca è stato ieri Jaimison Greer, Alto rappresentante al Commercio americano, che in un’intervista rilasciata a Politico ha ribadito la posizione presidenziale su un ipotetico stralcio del Cusma. “Il punto di vista del presidente – ha dichiarato – è che vuole solo accordi che siano buoni. Il motivo per cui abbiamo inserito un periodo di revisione nel Cusma era nel caso fosse necessario rivederlo parzialemente, rivederlo in profondità o uscire”.
Greer ha anche sollevato l’idea di negoziare separatamente con Canada e Messico e di dividere l’accordo in due parti, aggiungendo di aver parlato con Trump di questa possibilità proprio questa settimana.
Da un punto di vista squisitamente regolamentare, qualsiasi Paese contraente del Cusma può ritirarsi dall’accordo in qualsiasi momento, dando un preavviso di sei mesi. Tecnicamente l’accordo scade solo nel 2036. Tuttavia, l’accordo è in fase di revisione con data fissata al 1° luglio 2026. In quella data, ogni paese deve dichiarare se vuole prorogarlo o rinegoziarne i termini. Alcuni analisti ritengono che la minaccia di ritiro dell’amministrazione Trump sia una tattica negoziale per ottenere concessioni da Canada e Messico.
In ogni caso il tema sarà affrontato oggi a Washington dai diretti interessati. Mark Carney infatti sarà negli Stati Uniti in occasione del sorteggio dei gironi della Copap del Mondo di calcio, che si giocherà negli Usa, in Canada e in Messico la prossima estate. A margine della cerimonia, il promo ministro canadese si incontrerà con Trump.
Nel frattempo continuano le audizione negli Usa per raccogliere gli input sul rinnovo del Cusma. Tra i vari leader aziendali americani, sono intervenuti anche un paio di canadesi. Goldy Hyder, presidente e CEO del Business Council of Canada, che rappresenta le più grandi aziende del paese, ha presentato i benefici dell’accordo commerciale all’economia statunitense.
“Estendere l’USMCA è ovviamente importante per il Canada, ma è anche cruciale per la prosperità americana, la competitività americana e la sicurezza americana,” ha detto Hyder.
E Laura Dawson, direttrice esecutiva della Future Borders Coalition, un’organizzazione no-profit che comprende diverse aziende che dipendono dal commercio transfrontaliero tra Stati Uniti e Canada, si è espressa contro una “lotta tra di noi” contro le barriere commerciali.
Nella foto in alto, Carney e Trump lo scorso ottobre a Shamr-El-Sheik

