TORONTO – Cambiano i rapporti di forza tra i partiti. All’inizio della terza settimana di campagna elettorale i conservatori consolidano il vantaggio sul Partito Liberale, rovesciando completamente gli equilibri nelle intenzioni di voto in vista della tornata elettorale del prossimo 20 settembre. A certificare il sorpasso del partito guidato da Erin O’Toole su quello del primo ministro uscente Justin Trudeau sono gli ultimi 11 sondaggi effettuati con cadenza giornaliera da tre diversi istituti demoscopici dal 25 al 28 agosto. In tutte le indagini il Partito Conservatore è nettamente in testa, con il Partito Liberale che perde terreno e con l’Ndp di Jagmeet Singh che non decolla. Negli ultimi sondaggi, quelli realizzati il 28 agosto, i tory capitalizzano sulle difficoltà incontrate dal leader liberale in questa campagna elettorale.
Secondo la Nanos il vantaggio di O’Toole su Trudeau è solamente di 2,1 punti centuali – 33,2 per cento contro il 31,1 per cento – mentre per la Mainstreet Research la forbice tra i due partiti è molto più ampia: addirittura il 9,5 per cento, con i conservatori al 37,8 per cento e i liberali crollati al 28,3 per cento. Cifre queste che ovviamente sono fonte di preoccupazione per l’entourage del primo ministro uscente, anche perché pure i sondaggi dei giorni precedenti avevano messo in luce come dall’inizio della campagna elettorale si ripetono due costanti nelle intenzioni di voto: il calo progressivo del consenso attorno ai grit e l’aumento della forza elettorale dei conservatori.
Inoltre, iniziamo a intravedere delle percentuali che non solo porterebbero a una vittoria netta e inaspettata del Partito Conservatore, ma addirittura a un trionfo con il potenziale raggiungimento della maggioranza assoluta dei seggi in ballo. Storicamente in Canada, durante le elezioni, il partito che si avvicina o addirittura sfonda quota 40 per cento riesce a governare con un governo di maggioranza.
Per i liberali di Trudeau, a questo punto, serve la svolta e il cambio di marcia in questa campagna elettorale, iniziata con ben altre aspettative e sotto altri auspici. Era stato infatti il primo ministro liberale a decidere di forzare la mano e andare alle elezioni anticipate, quando gli altri partiti si erano dichiarati contrari e con un elettorato più preoccupato agli sviluppi della pandemia e alla crisi economica provocata dal Covid-19.
Ora il primo ministro uscente paga dazio per queste contraddizioni di fondo. Certo, ci sono degli elementi che ancora fanno sperare per un possibile recupero del gap che attualmente divide i tory dai liberali.
Un dato incoraggiante per Trudeau è quello dei deludenti risultati dell’Ndp, ancora fermo al 20 per cento dall’inizio della campagna elettorale. Una mancanza di forza che potrebbe spingere gli elettori ndippini nei singoli distretti a optare per il voto utile e puntare sul candidato liberale rispetto a quello conservatore.
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