G7 Finanze, divisione sui dazi ma si cerca posizione comune
TORONTO – Cercare una sintesi tra l’evidente spaccatura sui dazi e la necessità di trovare una posizione comune su cooperazione e sicurezza economica. È questa la “mission impossible” dei ministri delle Finanze dei Paesi G7, riuniti da ieri a Banff – in Alberta – in uno dei tanti vertici preparatori per il Summit vero e proprio di giugno. Sarà quindi necessario tutto l’equilibrismo possibile per non fare emergere le divisioni tra le 7 principali economie mondiali, con gli Stati Uniti di Donald Trump che hanno inaugurato una nuova stagione all’insegna del protezionismo che colpisce – e danneggia – i principali partner economici.
Il segretario americano al Tesoro Scott Bessent ha ribadito in questi giorni come i rapporti con le altre Nazioni G7 siano tuttora ottimi. In realtà le tensioni sono tangibili, con Germania, Francia e Italia che rischiano di vedere aumentare le tariffe reciproche nei loro confronti e con il Canada preso di mira dall’inquilino della Casa Bianca sui prodotti generici, su quelli energetici, su alluminio e acciaio e nel settore automobilistico.
François-Philippe Champagne, ministro canadese delle Finanze, ha confermato come il Canada guardi alla tre giorni di vertice con rinnovato ottimismo, un’occasione questa per allentare le tensioni con Washington e per trovare un terreno comune su una lunga serie di temi economici.
Nonostante i disaccordi sulle tariffe, i funzionari del G7, in particolare quelli del Canada, sembrano determinati a concordare una dichiarazione congiunta della riunione finanziaria, che preparerà il terreno per un vertice dei leader del G7 a giugno nella vicina zona turistica montana di Kananaskis.
Fonti governative del G7 che hanno familiarità con i negoziati finanziari hanno detto alla Reuters che una bozza di comunicato è già stata preparata e che il Canada sta spingendo per raggiungere un consenso per dimostrare che i paesi del G7 sono uniti su una serie di questioni.
Si prevede che queste includeranno un’ampia dichiarazione di sostegno all’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione su vasta scala della Russia, con la presenza del ministro delle Finanze ucraino Serhii Marchenko e l’UE che prepara un nuovo pacchetto di sanzioni per aumentare la pressione su Mosca.
Qualsiasi dichiarazione sull’Ucraina sarà molto meno specifica dell’ultima dichiarazione finanziaria congiunta del G7 dell’ottobre 2024, quando vennero annunciati i termini per 50 miliardi di dollari di prestiti all’Ucraina garantiti dai guadagni derivanti dal congelamento dei beni sovrani della Russia.
Dopo il fallimento dei colloqui per il cessate il fuoco a Istanbul venerdì, che sono stati respinti dal presidente russo Vladimir Putin, Bessent e gli altri ministri del G7 potrebbero essere più propensi a concordare un linguaggio a sostegno di una maggiore pressione delle sanzioni senza impegnarsi effettivamente a intraprendere azioni specifiche.
Un’altra area di terreno comune sarà probabilmente il sostegno al FMI e alla Banca Mondiale, dopo che Bessent ha riaffermato il sostegno degli Stati Uniti alle istituzioni ad aprile.
Ulteriori temi per un possibile accordo riguardano la cooperazione per combattere il riciclaggio di denaro e altri crimini finanziari.