Ontario

Fuoco incrociato su Lecce,
ora il ministro rischia

TORONTO – Non si spegne la polemica sulle scuole in Ontario. A ventiquattrore dalla decisione del governo provinciale di continuare con la didattica a distanza – sino alla fine di questo anno scolastico – ha infuocato il clima politico, provocando accuse e veleni durante l’ultima seduta parlamentare a Queen’s Park prima della pausa estiva. Ma non solo. Contro la decisione di Doug Ford e del ministro della Pubblica istruzione Stephen Lecce si sono scagliati i sindacati di categoria e numerosi esperti, insieme ad associazioni del settore sanitario. Insomma, la scelta di andare avanti con le scuole chiuse fino a settembre non piace. Anche perché, come ha fatto giustamente notare la leader dell’Ndp Andrea Horwath, in questo momento l’Ontario è l’unica provincia canadese con le scuole ancora chiuse e, allo stesso tempo, è la giurisdizione canadese con il maggior numero di giorni di chiusura accumulati durante la pandemia.

D’altro canto, l’esecutivo fa quadrato attorno al premier conservatore e difende la decisione di andare avanti con le lezioni online, rimandando quelle in classe a settembre. Lo stesso Ford, nello spiegare la sua decisione, ha sottolineato come la riapertura delle scuole per due o tre settimane avrebbe rappresentato un potenziale rischio per la road map sulle riaperture dell’economia. L’entrata in fase 1 è prevista per il 14 giugno ma è intenzione del premier di accelerare e iniziare a riaprire prima, magari dalla prossima settimana.

Ma a molti non è nemmeno piaciuta questa contrapposizione tra esigenze del mondo scolastico e bisogni dei vari comparti produttivi che hanno pagato a duro prezzo il peso della pandemia di Covid-19, in particolar modo durante la terza ondata.

La Children’s Health Coalition, autorevole organizzazione ombrello della quale fanno parte anche il Sick Kids, il Children’s Hospital of Eastern Ontario (CHEO) e Children’s Mental Health Ontario, ha scritto una lettera aperta a Ford, criticando la decisione di tenere chiuse le scuole. Nella missiva si sottolinea come il premier abbia deliberatamente deciso di ignorare le raccomandazioni avanzate da esperti, virologi, pediatri e associazioni mediche.

“Nel corso della pandemia – si legge nella lettera – i bambini e i ragazzi hanno fatto enormi sacrifici, dalla perdita delle lezioni in classe al rinvio di operazioni chirurgiche e terapie. Fino a questo momento, c’è stata un’attenzione inadeguata alle loro esigenze. Per molti bambini, la decisioni prese dal governo avranno un impatto sul loro apprendimento, sul loro sviluppo e sulla loro salute fisica e mentale non solo adesso, ma anche negli anni futuri”.

Parole molto dure, gettano benzina sul fuoco in una situazione già surriscaldata.

Ora Ford si trova davanti a un dilemma. Chiuse le sessioni di Queen’s Park sino al prossimo autunno, il premier avrà carta bianca e potrà dedicarsi al rimpasto di governo. E nello shuffle potrebbe finire anche lo stesso Lecce, che diventerebbe il capro espiatorio delle politiche contraddittorie del governo sulla scuola durante la pandemia.

Oppure Ford potrebbe fare muro e difendere sino alla fine il proprio ministro, esattamente come ha fatto con Merrilee Fullerton, la ministra responsabile delle Long Term Care, anche nel periodo in cui l’opposizione le ha addossato le responsabilità per la catastrofe – tra decessi e contagi – nelle case di cura a lunga degenza. Il premier deciderà nei prossimi giorni.

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