Ontario

Fallimento sistemico degli studenti, di chi è la responsabilità?  

TORONTO – Che siamo d’accordo o meno, le prove scolastiche standardizzate nelle scuole possono servire ad utili scopi. Potrebbero aiutare ad individuare lacune didattiche, abilità non elaborate dai singoli studenti, dalla parte delle scuole o di mancanze inerenti al curriculum. Ma è anche vero che alimentano molti dibattiti.

Le preoccupazioni sono legittime. In alcuni casi, sia i genitori che i docenti temono che i bambini e gli scolari verranno giudicati per i loro risultati ottenuti a scuola. I test scritti possono provocare l’aumento dei livelli di ansia e stress per gli alunni.

Anche gli insegnanti possono provare un aumento di pressione affinché i loro studenti siano adeguatamente preparati. Altri discuteranno se i risultati siano davvero correlati ad un reale apprendimento o che invece abbiano a che fare con esigenze di istruzione post-secondaria o di carriera professionale. Tuttavia, i dati di valutazione raccolti attraverso test standardizzati possono rivelarsi utili per tenere presente delle tendenze annuali nei risultati e nell’apprendimento degli studenti. L’analisi dei dati può rendere più comprensibile il progresso degli studenti nel tempo o scoprire eventuali problematiche da affrontare. Può anche mostrare in quali aree gli studenti abbiano ottenuto i maggiori successi.

Ma non è tutto così facile. Ad esempio, mentre i risultati nello scritto sembrano in declino nelle prime classi elementari, quando gli studenti del grado 3 fecero il test nel 2015-2016 e poi affrontarono di nuovo il test tre anni dopo – nel grado sei, ossia in prima media – la percentuale degli studenti che avevano raggiunto il livello richiesto dalla provincia era salita all’82%. Ciò indica un miglioramento dell’8% (grafico 1, in alto).

Allo stesso modo, quando si tracciano i progressi dello stesso gruppo nella lettura, i dati suggeriscono un miglioramento del 9%. Nonostante i bassi livelli di giudizio nella lettura alle elementari, i risultati più favorevoli in prima media potrebbero indicare la crescita nella maturità degli studenti (grafico 2).

Tuttavia, i punteggi in matematica riflettono una situazione diversa. Nell’anno scolastico 2015- 2016, il 63% degli studenti di terza elementare aveva raggiunto o superato lo standard richiesto in matematica. Eppure, quando quegli studenti (ora in prima media) fecero il test nell’anno accademico 2018-2019, solo il 48% riuscì a raggiungere gli standard. Si tratta di un calo del 15%. È una tendenza preoccupante che merita maggiore attenzione per capire la ragione del declino in matematica (grafico 3).

Secondo il Rapporto Provinciale Elementare EQAO 2018-2019, il monitoraggio delle classi ha scoperto altri risultati preoccupanti. Tra gli studenti di lingua inglese che sono stati sottoposti a test in terza elementare e nuovamente in sesta, solo il 44% ha mantenuto lo standard provinciale in matematica per entrambi i periodi (grafico 4).

Un altro calo sconcertante è stato il 19% degli studenti che aveva soddisfatto lo standard nel 2016 ma poi non è riuscito a rifarlo 3 anni dopo. Questi dati evidenziano altre aree in cui i sistemi educativi possono attribuire delle risorse per aiutare gli studenti che provengono da famiglie dove si usa una “terza lingua” (né francese, né inglese). In questo modo si potrebbero riconoscere quegli alunni che hanno bisogno di maggiore aiuto didattico ed accademico.

L’obiettivo finale per qualsiasi genitore o educatore è di aiutare gli studenti a raggiungere il loro massimo potenziale. L’impatto del Covid-19 sull’apprendimento degli studenti potrebbe non rivelarsi per qualche tempo. Sino a quando la situazione non si stabilizzerà è fondamentale che il governo – insieme a educatori, scuole e consigli scolastici – sviluppi piani su misura per ridurre al minimo la perdita di apprendimento, migliorare i risultati finali e indirizzare gli studenti su di un percorso di successo.

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