TORONTO – Ultimo weekend di campagna elettorale in Ontario. I leader dei partiti si preparano allo sprint finale in vista del voto del 2 giugno, prendendo di mira quei determinati distretti nei quali, da qui a giovedì prossimo, possono cambiare gli equilibri tra le forze politiche.
Ieri il leader del Progressive Conservative Doug Ford ha lanciato il guanto di sfida ad Andrea Horwath, con un comizio organizzato proprio a Hamilton, città di residenza della leader neodemocratica. La Città del Ferro, da sempre feudo dell’Ndp, stando ai sondaggi in queste elezioni potrebbe regalare delle sorprese, con i conservatori che credono nella possibile penetrazione in alcune circoscrizioni. D’altro canto, il pasticcio legato a Paul Miller – deputato provinciale di lungo corso dell’Ndp silurato dal partito – potrebbe alla lunga destabilizzare il livello di consenso degli npiddini non solo a Hamilton East-Stoney Creek (dove peraltro lo stesso Miller correrà come indipendente) ma in tutta la regione.
Anche la Horwath, nel tour elettorale di ieri, ha fatto una scelta strategica in vista del voto del 2 giugno. La leader neodemocratica ha trascorso buona parte della giornata a Brampton, prima di partecipare a un comizio elettorale a Kitchner. Nell’ultima tornata elettorale del 2018 l’Ndp fu in grado di raggiungere un insperato risultato proprio a Brampton, vincendo in tre dei cinque distretti in cui è divisa la città.
Ora i sondaggi iniziano ad essere preoccupanti, con la crescita esponenziale dei candidati conservatori che puntano a fare l’en plein in città.
Steven Del Duca ha partecipato a un evento elettorale a Richmond Hill, uno dei pochissimi collegi elettorali dell’area 905 dove il candidato liberale ha ancora qualche chance di vittoria: in questo momento, stando a 338canada.com, i grit Roozbeh Farhadi ha uno svantaggio di quattro punti percentuali sulla deputata uscente Daisy Wai, un gap considerato colmabile dall’entourage del leader del Partito Liberale. Del Duca, sempre ieri, ha presenziato ad altri eventi elettorali a Markham, Toronto e Ajax.
Anche ieri è stato pubblicato l’ennesimo sondaggio che conferma, ancora una volta, come i rapporti di forza tra i principali partiti politici si siano ormai cristallizzati in Ontario. Anzi, la forbice che divide il battistrada Progressive Conservative si è addirittura allargata sugli inseguitori liberali e neodemocratici.
Secondo l’indagine demoscopica condotta dalla Leger, il partito del premier uscente Ford continua ad attestarsi attorno al 38 per cento nelle intenzioni di voto. Il Partito Liberale passa dal 28 al 26 per cento, con una distanza di ben 12 punti percentuali che inizia davvero a essere preoccupante per le ambizioni di vittoria.
Sale, seppur di poco, il livello di consenso per l’Ndp, che guadagna un punto percentuale e raggiunge quota 24 per cento.
Se questi numeri dovessero essere confermati alle urne, ci troveremmo davanti a un esito pressoché scontato. Esattamente come alle elezioni del 2018, Ford diventerebbe premier con una larga maggioranza parlamentare, mentre i due partiti di opposizione si dovrebbero dividere i seggi rimasti.
A differenza della scorsa legislatura, con questi numeri dovrebbero essere i liberali a diventare il partito d’opposizione ufficiale, con i neodemocratici relegati al ruolo di terzo incomodo a Queen’s Park.
In ogni caso, con sei giorni al voto, la partita è ancora tutta da giocare. Del Duca e Horwath in questi giorni punteranno a convincere gli indecisi – quantificabili attorno al 15 per cento degli aventi diritto – con la speranza che ci sia un’impennata nell’affluenza, che nelle ultime tornate elettorali è sempre stata attorno al 50 per cento.
Basterà per impedire a Ford di tornare a Queen’s Park per un secondo mandato? Il leader dell’Ndp e quello del Partito Liberale ci sperano: dovremo aspettare l’esito del responso alle urne per capire se le loro speranze sono legittime o solamente un’effimera illusione.
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