TORONTO – Inizia a farsi sentire, e fa male, l’effetto più temuto della guerra commerciale scatenata dall’imposizione di dazi da parte del presidente statunitense Donald Trump: l’aumento dei prezzi della spesa. Infatti, dopo un primo periodo di stallo – dovuto prevalentemente al fatto che finora sugli scaffali e nei magazzini dei supermercati c’erano ancora merci importate prima dello “scoppio” della guerra commerciale – adesso si sta entrando “a regime” e l’inevitabile conseguenza è che con l’aumento dei dazi reciproci (quelli imposti dagli Usa e quelli “di ritorsione” canadesi) aumenteranno anche i prezzi.
A dirlo sono gli stessi colossi commerciali, come Loblaw, il quale ha annunciato che una nuova ondata di aumenti dei prezzi, direttamente collegata ai dazi di ritorsione canadesi, sta per arrivare sugli scaffali dei negozi. Per i consumatori, questo significherà un aumento dei prodotti contrassegnati da una “T” che indica appunto i beni interessati dalle tariffe.
Non solo: essendo la guerra commerciale globale, e non soltanto limitata al Nordamerica, l’aumento dei prezzi rischia di interessare anche le catene low cost come Walmart: i dazi di Trump sulla Cina e su altri Paesi minacciano infatti il modello di prezzi bassi che è alla base del successo di queste catene. Le tasse di importazione del 145% sui prodotti cinesi, minacciate da Trump, sono state ridotte al 30% in un accordo annunciato lunedì, con alcuni dei dazi più elevati sospesi per 90 giorni.
Rivenditori ed importatori avevano in gran parte interrotto le spedizioni di scarpe, vestiti, giocattoli e altri articoli a causa dei dazi così elevati, ma molti ora riprenderanno ad importare dalla Cina nella finestra temporale ristretta, sperando di evitare scaffali vuoti questo autunno. Tuttavia, molti rivenditori affermano di dover comunque aumentare i prezzi per compensare i costi dei dazi. E si stanno anche preparando a costi di spedizione più elevati, alimentati da un’ondata di aziende che si affrettano a spedire le loro merci negli Stati Uniti.
Così, dicevamo, anche Walmart non è immune e dovrà aumentare i prezzi, cosa che sta già avvenendo negli Usa. “Faremo del nostro meglio per mantenere i nostri prezzi il più possibile bassi, ma data l’entità dei dazi, anche con i livelli ridotti annunciati questa settimana, non siamo in grado di assorbire tutta la pressione, data la realtà dei margini di profitto ridotti per il commercio al dettaglio”, ha dichiarato l’amministratore delegato Doug McMillon.
Ma c’è anche chi è corso ai ripari per tempo: Amazon. Come scrive The Associated Press, Il colosso online ha importato prodotti stranieri prima dell’entrata in vigore dei dazi di Trump e molti dei suoi venditori terzi hanno fatto lo stesso: grazie a questa mossa, un buon numero di essi non ha ancora modificato i propri prezzi. Ma quanto può durare?
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