È nata la Comunità dell’Italofonia. Meloni: “La promozione dell’italiano all’estero è un investimento strategico”
ROMA, 18 novembre 2025: sono il luogo e la data di nascita della Comunità dell’Italofonia, un nuovo forum internazionale dedicato alla promozione della lingua italiana nel mondo come strumento di pace, dialogo e cooperazione. Ad istituirla, martedì scorso a Villa Madama, è stata la prima “Conferenza Internazionale dell’Italofonia”, organizzata su impulso del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e in collaborazione con la Società Dante Alighieri.
Alla presenza dello stesso ministro degli Esteri (e vicepremier) Antonio Tajani e di un folto gruppo di rappresentanti di governi, istituzioni culturali e realtà imprenditoriali unite dall’interesse per la diffusione dell’italiano nel mondo (l’elenco degli interventi è consultabile qui: Programma-Conferenza-Italofonia-2025), è stata firmata la Dichiarazione Istitutiva che riconosce la lingua italiana come “lingua privilegiata di pace, dialogo, creatività e scambio” e sottolinea il suo ruolo storico come “lingua di bellezza, cultura e scienza” che ha fornito un contributo inestimabile al patrimonio mondiale. Il documento evidenzia come l’italiano, coniugando tradizione e innovazione, si faccia portavoce “del saper fare d’eccellenza legato alle radici e di una contemporaneità proiettata verso il futuro”. E per tutti questi motivi, la lingua di Dante va promossa, diffusa e tutelata, ovunque, a tutti i livelli e con tutti i mezzi possibili (elencati tra le “funzioni” della Comunità dell’Italofonia” nella Dichiarazione Istitutiva che può essere letta integralmente qui: Dichiarazione ITALOFONIA).
“La promozione della lingua e della cultura italiana all’estero è un investimento strategico non meno importante della promozione della nostra offerta economica o industriale” ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo video-messaggio inviato alla conferenza di martedì. “Un’iniziativa – ha proseguito – nella quale crediamo molto perché si pone un obiettivo di fondo: rispondere alla sempre crescente domanda di Italia che c’è nel mondo. Dalla musica al design, dall’arte alla letteratura, dalla scienza all’industria, dal turismo alla moda. È una domanda che si declina in tante lingue ma che riassume la sua essenza nella lingua italiana. La lingua di Dante, Leonardo, Michelangelo, dei più grandi artisti di tutti i tempi, la lingua del belcanto e della grande opera lirica, da poco riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La lingua della cucina più famosa del mondo, apprezzata e stimata ogni giorno per la sua eccellenza e per la sua qualità. Una lingua straordinariamente ricca, tanto antica quanto moderna, che sprigiona la sua posizione culturale in ogni angolo del pianeta”. Perché “fuori dai confini nazionali, l’italiano è parlato da oltre 80 milioni di persone e si conferma una delle lingue più studiate al mondo grazie al prezioso lavoro di promozione che portano avanti gli Istituti di Cultura e le scuole all’estero”, ha ricordato Meloni.
“L’italiano ci identifica, racconta ciò che siamo, racconta la nostra storia e il nostro stile di vita. Ed è grazie all’italiano, alla sua bellezza, alla sua ricchezza se il nostro popolo ha saputo farsi strada nel mondo: se ci hanno ascoltato è anche grazie alla nostra lingua, germogliata dalla sintesi di classicità e cristianesimo. Resa viva nelle nelle università, nei castelli, nei monasteri, sulle vie dei pellegrini. Oggi vogliamo dare ancora più forza a questo patrimonio e vogliamo farlo insieme a voi (…) e gettiamo le fondamenta di una nuova comunità da costruire e da alimentare insieme. Lo faremo potendo contare prima di tutto sull’energia, la passione, il senso di appartenenza degli italiani all’estero, che da sempre rappresentano gli ambasciatori nel mondo dell’amore per la nostra patria, la nostra lingua, la nostra cultura”.
“Oggi (martedì 18 novembre per chi legge) teniamo a battesimo la nascita di una comunità che è internazionale, composta da tutti coloro che parlano, che amano, che conoscono e che vogliono studiare la lingua italiana. La Comunità dell’Italofonia sarà un punto permanente di incontro” ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la conferenza, sottolineando anche che l’italiano “è e deve essere la lingua della pace”.
Anche il Papa ha inviato un messaggio, per esprimere “apprezzamento per il significativo evento”, auspicando “che tale momento d’incontro, volto a diffondere all’estero la lingua, la cultura e le imprese italiane, possa favorire la cooperazione e lo scambio” con la società civile “rinsaldando i perenni valori cristiani della solidarietà e dell’impegno umanitario, divenendo operatori di pace e di fraternità tra i popoli”.
Attualmente, secondo le ultime stime (2024, fonte: Farnesina), sono circa 2 milioni gli stranieri che, in 130 diversi Paesi del mondo, stanno studiando l’italiano presso le scuole locali, oltre 900 università straniere oppure attraverso i corsi organizzati dagli Istituti Italiani di Cultura, dalla Società “Dante Alighieri” o da altri enti.
Nella foto in alto, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il vicepremier Antonio Tajani, durante la prima conferenza sull’Italofonia, il 18 novembre scorso a Villa Madama a Roma (foto da Twitter X – @Antonio_Tajani)
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