MILANO – È morta ieri, a Milano, Carla Fracci, regina della danza italiana. L’ètoile della Scala di Milano avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 30 agosto. Da tempo lottava contro un tumore.
Figlia di un tranviere e di un’operaia, nata il 20 agosto del 1936 a Milano, l”Eterna fanciulla danzante” – come la definì Eugenio Montale – arriva alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala a soli 10 anni. Tra gli insegnanti la grande coreografa russa Vera Volkova. Di quel periodo diceva: “Volevo fare la parrucchiera. Non capivo il senso di ripetere gli esercizi, del sacrificio, dell’impegno fisico e mentale”. La camera ardente sarà allestita nel foyer del teatro alla Scala oggi dalle 12 alle 18, con ultimo ingresso alle 17. “Una cosa che è stata fatta pochissime volte, ma trattandosi di Carla Fracci…”, ha annunciato il sovrintendente Dominique Meyer. Domani i funerali, alle 14:45, nella basilica di San Marco.
L’ascesa Solo due anni dopo il suo arrivo alla Scala, Fracci è una comparsa con Margot Fonteyn in “La bella addormentata”. L’ascesa è poi rapidissima. Nel 1954, il diploma. Un anno dopo il debutto nella “Cerentola” e nel 1958 è già promossa prima ballerina. Ha danzato ne “Lo schiaccianoci”, “Il Lago dei cigni” e interpretato numerosi ruoli romantici: dalla Giulietta di “Romeo e Giulietta”, a Swanilda di “Coppelia”. Degli oltre 200 ruoli interpretati, sono stati i panni di “Giselle” a consacrarla per sempre. Dopo il Piermarini, dal 1967 Fracci è ospite dell’American Ballet Theatre, poi danza con varie compagnie straniere, dal London Festival Ballet al Royal Ballet, dallo Stuttgart Ballet al Royal Swedish Ballet. Nel 1964 il matrimonio con il regista Beppe Menegatti – aiuto di Visconti – che l’ha diretta in numerosi spettacoli. Dall’unione è nato il figlio Francesco.
L’amore per l’insegnamento e i partner sul palco Una passione a cui Fracci rimarrà sempre fedele è anche quella per l’attività didattica. A partire dagli anni ’80 dirige il corpo di ballo prima del San Carlo di Napoli, poi dell’Arena di Verona e dell’Opera di Roma, dove rimane fino al 2010. Tra alti e bassi, il legame con la Scala non si è mai spezzato. Lo scorso 28 e 29 gennaio Fracci aveva svolto una masterclass con i protagonisti di Giselle. Fracci ha diviso il palco con numerosi partner, tra cui Rudolf Nureyev, Vladimir Vassiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi e Roberto Bolle.
Le onorificenze Nel 2003 Fracci diventa Cavaliere di Gran Croce. Un anno dopo è nominata Ambasciatrice di buona volontà della Fao. Dal giugno 2009 al 2014 Fracci è assessore alla Cultura della Provincia di Firenze, nel 2015 diventa Ambasciatrice di Expo Milano. Nel 2018 riceve il Premio nazionale Toson d’oro di Vespasiano Gonzaga e il 19 settembre 2020 quello alla carriera da parte del Senato della Repubblica Italiana.
La malattia Fracci era da tempo in lotta contro un tumore. Carattere riservato e sempre lontana dallo star-system, ha vissuto il decorso della malattia con riserbo. Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate rapidamente.
Il ricordo di Draghi e Mattarella Spettacolo, cultura e politica italiana si sono stretti nel ricordo della ballerina. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto di aver appreso “con profonda commozione” la notizia della scomparsa, aggiungendo che Fracci è stata “un esempio di passione per intere generazioni, interprete eccezionale, una grande italiana”. Anche il capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto ricordarla. Ha detto: “Carla Fracci ha onorato, con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro, il nostro Paese”. Il presidente della Repubblica, nell’esprimere le sue condoglianze ai familiari ed a tutto il mondo del ballo –“che perde oggi un prezioso e indimenticabile riferimento”- ha ricordato poi in una dichiarazione le “straordinarie doti artistiche e umane” dell’étoile, “che hanno fatto di lei una delle più grandi ballerine classiche dei nostri tempi a livello internazionale”.