Canada

Dopo l’accordo Usa-Cina, anche Ottawa si aspetta un clima distensivo

TORONTO – L’accordo Cina-Usa sui dazi potrebbe provocare un allentamento dell’intransigenza di Washington sul Canada. O almeno è questa la speranza di Mark Carney, che oggi giurerà insieme al nuovo governo, alla luce della sospensione di 90 giorni delle tariffe e delle contro tariffe più pesanti che hanno caratterizzato la guerra commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti.

L’esecutivo di Ottawa sta monitorando con grande attenzione gli sviluppi degli ultimi dieci giorni, in particolare gli accordi siglati dall’inquilino della Casa Bianca prima con il primo ministro inglese Keir Starmer e poi con Pechino. In entrambi i casi è rintracciabile il modus operandi del presidente americano: prima l’imposizione di dazi pesantissimi, poi l’avvio di un negoziato che porta all’abbattimento delle stesse tariffe imposte poco prima. E qui – rivelano gli analisti – si ripetono le strategie del Trump imprenditore e magnate, ovvero il partire in un negoziato da una posizione di forza.

Il Canada quindi, dopo l’incontro della scorsa settimana a Washington tra Carney e Trump, punta a una de-escalation della crisi, all’abbassamento dei toni e un potenziale accordo che possa decretare la fine della guerra commerciale. D’altra parte a Sud del confine la situazione non è certo delle più rosee, con la contrazione del Pil – cosa che non accadeva dal 2022 – e il pressing di numerosi settori del tessuto produttivo americano che chiedono l’eliminazione dei dazi per ridare fiato all’economia.

Insomma, anche negli Stati Uniti persiste la percezione che le tariffe, in primo luogo, continuano a danneggiare in primis i consumatori statunitensi, più che i Paesi ai quali i dazi vengono imposti. Per ora il governo canadese, su questo fronte, preferisce non sbilanciarsi.

Il ministro del commercio internazionale Dominic LeBlanc ha minimizzato l’ipotesi che la guerra commerciale avviata da Trump abbia in realtà come obiettivo di accelerare la rinegoziazione del trattato di libero scambio Cusma rispetto alla scadenza prevista, cioè il 2026. Per il ministro canadese si tratta di due questioni separate e l’accordo tra Canada, Stati Uniti e Messico sarà trattato rispettando la tabella di marcia prevista dall’accordo stesso siglato nel 2019. Ma su questo fronte la scorsa settimana è stato lo stesso Trump a ribadire la volontà americana di rimettere le mani sull’accordo, considerato dal presidente Usa troppo penalizzante per gli Stati Uniti.

Carney, su questo nodo delicato, non ha voluto escludere nulla: il suo governo – ha ribadito – è pronto a sedersi attorno al tavolo del negoziato per andare a valutare gli effetti del Cusma e per proporre eventuali ritocchi ma senza stravolgimenti strutturali dell’accordo stesso. Serve, comunque, la piena volontà delle tre parti in causa per anticipare di un anno la riapertura della trattativa e mettere in stand-by i dazi reciproci.

In alto, il presidente americano Donald Trump (foto: Casa Bianca)

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