Italia

Di Sanzo: “Decreto Cittadinanza da rivedere, sosteniamo le mozioni del CGIE”

ROMA – Aveva già espresso la sua netta contrarietà ad alcuni degli aspetti del Decreto Cittadinanza (qui il nostro articolo in proposito); adesso, dopo averne parlato con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CCGI), ne è ancora più convinto: il Decreto va modificato. L’onorevole Christian Di Sanzo, parlamentare del Pd eletto nella Circoscrizione Estero del Nord e Centro America, ha partecipato all’Assemblea Plenaria del CGIE svoltasi dal 16 al 20 giugno a Roma e ha descritto l’evento come “un momento fondamentale per la rappresentanza degli italiani all’estero, con incontri istituzionali ed un’agenda ricca di temi strategici”.

“Si è parlato di cittadinanza – spiega Di Sanzo – con particolare attenzione alle nuove norme del Decreto Cittadinanza; di sicurezza del voto all’estero, con proposte concrete per migliorare trasparenza e partecipazione democratica; e di incentivi al rientro, affrontando misure fiscali e strumenti utili a chi desidera tornare a vivere e lavorare in Italia. Il CGIE – prosegue Di Sanzo – ci ha dato delle indicazioni importanti su come procedere su tematiche fondamentali. Il mio impegno non mancherà per portare a casa risultati utili per tutti gli italiani all’estero”, conclude Di Sanzo, invitando – anche attraverso un videopost su Facebook, qui sotto – a leggere e sostenere i due ordini del giorno approvati dal CGIE in occasione dell’assemblea.

Il primo ordine del giorno riguarda la cittadinanza e con esso il CGIE propone “di introdurre modifiche legislative per: eliminare i limiti alla trasmissione della cittadinanza italiana per i residenti all’estero che sono già in possesso della cittadinanza italiana; eliminare le limitazioni alla trasmissione della cittadinanza italiana da parte dei connazionali in possesso anche di altra cittadinanza; eliminare qualsiasi termine massimo per la presentazione delle richieste di riacquisto della cittadinanza da parte di coloro che l’hanno perduta in virtù della normativa antecedente all’attuale legge; riconoscere il diritto alla cittadinanza italiana agli italo-discendenti che dimostrino un legame culturale e linguistico con l’Italia; riconoscere il diritto alla presentazione della richiesta di riconoscimento della cittadinanza a tutti che al 27 marzo 2025 erano già inserite nelle liste di attesa nelle nostre sedi consolari anche se a loro non sia stata ancora attribuita una data per la presentazione della domanda; richiedere dati statistici sul riconoscimento della cittadinanza italiana, come per esempio i valori percepiti sul capitolo 7-bis della tabelle delle tariffe consolari di ogni sede consolare dal 2014 al 2025”.

Il secondo ordine del giorno riguarda invece la “messa in sicurezza del voto all’estero” e con esso il CGIE “riafferma l’assoluta centralità del diritto di voto per i cittadini italiani residenti all’estero” e “ritiene importante garantire il voto degli italiani all’estero sui principi costituzionali di personalità, libertà, uguaglianza e segretezza del voto” e, a tale scopo, propone una serie di “misure atte a rendere più sicuro il voto postale all’estero per le elezioni politiche e referendarie”. Eccole. “1) Trasparenza della stampa delle schede: il Ministero dell’Interno provvede direttamente alla stampa delle schede, a cura del Poligrafico dello Stato, e all’invio alle sedi diplomatico-consolari. Sulle schede deve essere apposto un timbro ad acqua. 2) Invio dei plichi elettorali: nei Paesi in cui le Poste non funzionano, le sedi diplomatico-consolari inviano agli elettori il plico tramite lettera raccomandata o con altro sistema che ne attesti la ricezione da parte dell’elettore stesso. 3) Restituzione dei plichi elettorali: le buste inviate dagli elettori agli uffici consolari e i plichi non recapitati sono custoditi in uno spazio esclusivo riservato all’ufficio elettorale consolare e al comitato elettorale, in modo da garantirne l’inviolabilità fino all’atto del loro inoltro all’Ufficio centrale per la Circoscrizione Estero. 4) Tracciabilità e corretta identificazione dell’elettore tramite codice a barre o QR code: un codice a barre (o QR code) deve essere apposto sulla busta affrancata che l’elettore deve restituire al Consolato per garantire la tracciabilità dei plichi elettorali e sulla busta bianca per verificare, all’atto dello scrutinio, attraverso l’uso degli appositi lettori ottici assegnati ai seggi, che l’elettore non abbia già votato. 5) Spedizione delle schede votate: una volta espresso il proprio voto sulla scheda elettorale, l’elettore è tenuto a introdurre nell’apposita busta bianca la scheda o le schede elettorali, a sigillare la busta e introdurla nella busta affrancata con il codice a barre (o QR code) e a spedirla all’ufficio elettorale consolare competente. 6) Scrutinio: al fine di migliorare le operazioni di scrutinio attuali, proponiamo la possibilità di scrutinare anche presso le rappresentanze diplomatiche. 7) Voto al seggio: ispirandosi alle procedure attuative di voto per le elezioni del Parlamento Europeo. Nei casi in cui l’elettore risieda a una distanza troppo elevata dal seggio elettorale, deve essere previsto il voto per corrispondenza. Raccomanda altresì l’assunzione di una campagna informativa rivolta agli italiani residenti all’estero”.

“In tutte le comunità all’estero – proseuge il CGIE – l’informazione sulla vita politica italiana deve essere offerta con continuità e non soltanto nel breve periodo pre-elettorale. Occorrerà prevedere la creazione e diffusione su tutti i media degli italiani all’estero sia rubriche di “educazione civica” sia una capillare campagna istituzionale di comunicazione per dare corrette, imparziali e dovute informazioni all’elettore, sia in lingua italiana sia nelle lingue locali”.

Nella foto in alto, l’onorevole Di Sanzo durante il suo intervento all’assemblea del CGIE

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