Canada

Dazi Usa, iniziato il conto alla rovescia: scarso ottimismo

TORONTO – Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con le minacce di imporre tariffe, fa tremare il mondo, secondo gli esperti l’unica cosa chiara è che in Canada un certo livello di dazi è destinato a restare. Ultimo giorno valido per trovare un accordo è il 1º agosto, in caso contrario le tariffe rimarranno al 35%.

Nelle ultime settimane, Trump ha annunciato una serie di accordi – con Unione Europea, Giappone, Indonesia, Vietnam e Filippine – con dazi che vanno dal 15% al 20%. Il presidente Usa ha anche minacciato il Brasile con dazi del 50%, ha minacciato dazi del 30% e del 35% per i principali partner commerciali, Messico e Canada, e ha indicato che gli accordi con Cina e India sono prossimi.

Quanti dei dazi di Trump saranno approvati è un mistero, ma una cosa è chiara, secondo Vina Nadjibulla, vicepresidente della ricerca e strategia presso l’Asia Pacific Foundation of Canada: “Nessuno otterrà dazi pari a zero. Non si torna indietro”.

I vari annunci di Trump hanno causato mesi di caos per l’industria, lasciando le aziende in un limbo e costringendole a sospendere le decisioni su investimenti e assunzioni.

Trump sta facendo tremare un po’ tutti. La World Bank ha tagliato le sue previsioni di crescita per quasi il 70% delle economie – inclusi Stati Uniti, Cina, Europa e sei regioni emergenti – e ha ridotto la sua stima di crescita globale al 2,3%, rispetto al 2,7% di gennaio.

Oxford Economics ha inoltre previsto una lieve recessione nella spesa in conto capitale nei paesi del Gruppo dei Sette (G7) – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – che durerà dal secondo trimestre fino alla fine di quest’anno. “Quello che stiamo vedendo è lo stile imprenditoriale di Donald Trump: c’è molta agitazione, molte rivendicazioni, molto movimento e molte cavolate – ha detto ad Al Jazeera Robert Rogowsky, professore di commercio internazionale presso il Middlebury Institute of International Studies – questo è il suo modello di business, ed è così che agisce. Ecco perché ha portato così tante delle sue aziende al fallimento. Non è una decisione strategica o tattica. È istintiva.”

Ma mentre Trump non sembra nutrire molta simpatia per il Canada, molti leader di aziende e docenti universitari sperano che – pur non riuscendo a evitare alcuni dazi settoriali – il Canada e gli Stati Uniti mantengano le protezioni di libero scambio per la maggior parte dei beni una volta raggiunto un accordo, anche se i negoziati non riuscissero a evitare alcuni dazi settoriali.

“Non sarebbe una vittoria per il Canada se l’accordo commerciale finisse per assomigliare a quello raggiunto dagli Stati Uniti con l’Unione Europea – ha affermato il presidente della Canadian Federation of Independent Business Dan Kelly – i leader aziendali osserveranno attentamente quali dazi rimarranno sulle importazioni dagli Stati Uniti mentre i dazi di ritorsione in vigore in Canada stanno davvero paralizzando le piccole imprese, anche più dei dazi statunitensi”.

Nel frattempo il primo ministro Carney ha contattato l’UE e il Messico e ha espresso il suo desiderio di migliorare le tese relazioni del suo Paese con Cina e India.

(Foto da Facebook / Canada Border Services Agency)

More Articles by the Same Author: