Canada

Dazi, oggi meeting d’emergenza tra Justin Trudeau e i premier

TORONTO – Decidere una strategia comune per fare fronte alla minaccia dei dazi doganali paventata da Donald Trump. È questo l’obiettivo del meeting d’emergenza organizzato per oggi pomeriggio da Justin Trudeau, che si incontrerà virtualmente con tutti i premier canadesi per fare il punto della situazione di fronte a uno dei maggiori rischi per l’economia canadese a memoria d’uomo. Perché, come spiegano gli economisti, l’imposizione di dazi doganali del 25 per cento su tutti i prodotti canadesi diretti negli Stati Uniti avrebbe un impatto devastante sulla nostra economia, quantificabile nell’immediato a svariati miliardi di dollari: ma a preoccupare sarebbe poi il conseguente effetto domino su tutti i comparti produttivi canadesi, con la perdita di posti di lavoro, il possibile ritorno di una nuova ondata inflattiva e la caduta in recessione. “Una delle cose davvero importanti è che stiamo tutti lavorando insieme su questo. L’approccio del Team Canada è ciò che funziona”, ha dichiarato Trudeau.

Poche ore prima che Trump dichiarasse la sua intenzione di colpire il Canada con questa considerevole tariffa, i premier canadesi avevano scritto una lettera al primo ministro chiedendogli di tenere una riunione urgente dei primi ministri prima che Trump rientrasse in carica.

Notando di aver parlato con alcuni premier la scorsa notte – tra cui il premier dell’Ontario Doug Ford e il premier del Quebec Francois Legault – il primo ministro ha detto di essere d’accordo sul fatto che il gruppo ha bisogno di riunirsi per “parlare degli Stati Uniti”.

Da quando si è diffusa la notizia dei dazi, i premier sono stati tra i primi ad avvertire dei principali impatti che una tale mossa avrebbe avuto sui settori di tutto il paese. Trudeau ha anche parlato direttamente con Trump lunedì sera, descrivendola come “una buona telefonata”.

“Ovviamente abbiamo parlato sulla necessità di esporre i fatti, parlando di come le connessioni intense ed efficaci tra i nostri due paesi. Abbiamo parlato di alcune delle sfide su cui possiamo lavorare insieme”. “Questo è qualcosa che possiamo fare. Esporre i fatti, andare avanti in modo costruttivo. Questa è una relazione su cui sappiamo che richiede una certa quantità di lavoro ed è quello che faremo”.

Secondo una fonte governativa di alto livello, Trudeau ha osservato durante la telefonata che il numero di migranti che attraversano il confine dal Canada agli Stati Uniti è di gran lunga inferiore a quello di quelli che passano attraverso il Messico, e i due leader hanno promesso di rimanere in contatto.

Il vice primo ministro e ministro delle Finanze Chrystia Freeland e il ministro della Pubblica Sicurezza Dominic LeBlanc, hanno affermato che il Canada “attribuisce la massima priorità alla sicurezza delle frontiere e all’integrità del nostro confine condiviso”.

Senza dimenticare che l’imposizione di dazi al 25 per cento avrebbe delle conseguenze negative anche a sud del confine.

Freeland ha anche osservato che il Canada è “essenziale” per l’approvvigionamento energetico degli Stati Uniti, affermando che l’anno scorso il 60% delle importazioni di petrolio greggio proveniva dal Canada e pubblicizzando il lavoro già in corso per “interrompere il flagello del fentanyl proveniente dalla Cina e da altri paesi”.

La Camera di Commercio canadese aveva stimato, sulla base della prospettiva iniziale di dazi del 10%, che “se altri paesi si vendicassero con tariffe proprie, la guerra commerciale che ne deriverebbe si tradurrebbe in circa 800 dollari all’anno di mancati introiti per le persone su entrambi i lati del confine”. Con le modifiche sulla percentuale dei dazi doganali, la perdita salirebbe a circa 2mila dollari per ogni canadese.

Il leader dell’opposizione Pierre Poilievre si è detto favorevole a mettere da parte gli interessi di parte e creare un fronte compatto e bipartisan per difender gli interessi del Canada. Il primo passo da fare – ha però notato il leader tory – è quello di accantonare definitivamente i futuri aumenti della Carbon Tax già messi in calendario. “Donald Trump – ha poi aggiunto – ha diritto di mettere gli americani prima, il mio compito in futuro sarà quello di fare prima di tutto gli interessi dei canadesi”.

Sulla questione è poi tornato ieri anche il premier dell’Ontario Doug Ford, che non ha nascosto la propria preoccupazione e la propria delusione per l’annuncio choc di Trump. L’Ontario da solo ha una bilancia commerciale di 500 miliardi di dollari con gli Stati Uniti.

“Trovo i suoi commenti ingiusti e offensivi – ha detto – è come se un componente della tua famiglia ti rifilasse una coltellata al cuore. Noi non siamo il Messico e anche il Canada ha delle preoccupazioni sui confini con gli Usa: droga illegale, armi illegali, che poi vengono utilizzate qui per commettere orrendi crimini”.

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