Canada

Dazi, contro dazi e scadenze guerra di nervi con gli Usa

TORONTO – È una guerra di nervi, giocata sul filo di lana, tra minacce velate, ultimatum, il tutto all’insegna dell’incertezza più assoluta. Martedì prossimo, se il presidente americano Donald Trump dovesse mantenere la sua parola, gli Stati Uniti attiveranno nei confronti del Canada dazi doganali del 25 per cento su tutti i prodotti che entrano dal confine Nord nel mercato americano. Unica eccezione, i prodotti energetici – petrolio e gas naturale – che invece saranno soggetti a un sovrapprezzo del 10 per cento. A pagare questa extra tassa saranno in primo luogo i consumatori americani, ma l’effetto domino di queste tariffe si ripercuoterà sull’economica canadese, come un terremoto, senza risparmiare alcun comparto del tessuto produttivo del nostro Paese. Il 12 marzo, otto giorni dopo, entrerà poi in vigore l’ordine esecutivo firmato dall’inquilino della Casa Bianca lo scorso 10 febbraio che impone dazi doganali del 25 per cento su tutte le importazioni negli States di acciaio e alluminio, quindi anche dal Canada.

Il magnate ha confermato che l’effetto delle due diverse tariffe sarà cumulativo: il prezzo dei due metalli quindi subirà in una settimana un aumento del 50 per cento, rendendo le esportazioni dal Canada virtualmente impossibili. Ma non è finita, perché la data successiva da segnarci su questo calendario che scandisce le tappe di una guerra provinciale senza precedenti è il 2 aprile. E qui, nella road map trumpiana, troviamo due diverse scadenze.

La prima riguarda il rapporto che il segretario americano al Commercio Howard Lutnick consegnerà a Trump riguardo il delicato tema della reciprocità dei dazi sui prodotti americani e sui Paesi che hanno attivato tariffe nei beni made in Usa: scatteranno immediatamente contro tariffe di Washington. Su questo fronte il Canada ha poco o nulla da temere, visto che la lista di prodotti americani sui quali il nostro governo ha attivato dei dazi è davvero marginale.

Ma sempre il 2 aprile il potrebbero – e qui il condizionale è d’obbligo – scattare altri dazi doganali su prodotti specifici provenienti dal Canada: automobili, farmaci e microchip per computer. Neanche a dirlo, anche in questo caso le nuove tariffe si sommerebbero a quelle pronte ad attivarsi il 4 marzo, la prossima settimana.

Ora, il governo federale spera nel meglio ma si prepara al peggio. Il primo ministro uscente Justin Trudeau ha già annunciato eventuali contro dazi che entreranno in vigore in tre fasi successive, con un progressivo inasprimento con l’obiettivo di far desistere la Casa Bianca dai suoi propositi. In mezzo a questo clima d’incertezza, la nostra economia resta col fiato sospeso, visto il rischio che correrà il Canada nei prossimi mesi, quello di sprofondare in una nuova pesantissima recessione, provocata dai nostri vicini di casa.

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