Meeting di Carney con i ministri: focus su dazi e Gaza
TORONTO – Spauracchio dazi e Gaza, dove la situazione umanitaria è catastrofica. Sono questi, secondo una fonte governativa, i temi principali della riunione virtuale di ieri del Consiglio dei ministri e del Primo ministro Mark Carney.
Domani scade la proroga concessa dal presidente degli Stati Uniti Trump, che in caso di mancato accordo, imporrà al Canada dazi del 35%.
Intanto ieri Dominic LeBlanc, ministro responsabile per il Commercio tra Canada e Stati Uniti, si è recato a Washington per incontrare funzionari statunitensi.
Carney ha dichiarato lunedì che i negoziati tra Canada e Stati Uniti sono in una “fase intensa” ma non ha escluso che le tariffe colpiranno il nostro paese. Il D-Day è domani, quindi, ma sul risultato dei colloqui in corso non c’è affatto ottimismo.
Sui dazi, nei giorni scorsi, l’Unione europea ha ceduto a Trump. Costretti a scegliere tra due mali ha preferito quello che è sembrato il male minore: un compromesso sbilanciato a favore degli Stati Uniti anziché una guerra commerciale di enorme portata di cui nessuno avrebbe potuto prevedere gli esiti.
Un altro tema affrontato dal governo è stato quello della situazione a Gaza.
Dopo Francia e Gran Bretagna, anche Canada, Australia, Finlandia e Portogallo stanno valutando di ufficializzare il loro riconoscimento dello Stato di Palestina durante la prossima Assemblea generale dell’Onu, che si terrà a New York a settembre. Secondo il ministro degli Esteri Anita Anand si tratta di un passo necessario ed «essenziale» verso una pace duratura, da raggiungere proprio tramite «una soluzione a due Stati».
La scorsa settimana, il Primo ministro Mark Carney ha criticato la gestione degli aiuti umanitari a Gaza da parte di Israele definendola “una violazione del diritto internazionale”.
“Il controllo israeliano sulla distribuzione degli aiuti deve essere sostituito da una fornitura completa di assistenza umanitaria guidata da organizzazioni internazionali – ha affermato Carney – molte di queste organizzazioni detengono ingenti aiuti finanziati dal Canada, la cui distribuzione ai civili affamati è stata bloccata”.
Non si sono fatte attendere le polemiche. Il gruppo di difesa ebraico B’nai Brith Canada ha criticato la posizione del Canada che, ha affermato, “ha promosso una narrazione unilaterale che giustifica il terrorismo, legittima i regimi autoritari e ostacola qualsiasi percorso serio verso la pace”.
Il gruppo ha detto che le affermazioni sulle politiche israeliane che alimentano la violenza dei palestinesi sono inappropriate e che le dichiarazioni del Ministro Anand sul fatto che il conflitto sia radicato in narrazioni contrastanti sono “profondamente preoccupanti”.
I sostenitori di uno Stato palestinese affermano al contrario che Israele sta cercando di bloccare tutte le vie verso l’autodeterminazione, sottolineando che i ministri del governo israeliano hanno parlato apertamente di pulizia etnica nei territori occupati da Israele.