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Dazi: avanti la trattativa, crollo export negli Usa

TORONTO – Chiudere la partita dei dazi entro il 21 luglio, come stabilito nella tabella di marcia del governo. È questo l’obiettivo dichiarato del primo ministro Mark Carney, in una fase molto delicata della trattativa con l’amministrazione americana, un negoziato pieno di ostacoli e zone d’ombra che negli ultimi giorni ha rischiato di imboccare in un vicolo cieco. L’esecutivo liberale ha dovuto fare delle concessioni – solo l’ultima, l’abolizione della sovrattassa del 3 per cento per le compagnie Big Tech – mentre restano da sciogliere numerosi nodi, il più complesso dei quali è quello relativo al settore auto e a quello della componentistica. A Ottawa comunque si respira un clima di cauto ottimismo, con la convinzione che nei prossimi giorni si potrà trovare una quadra e porre fine alla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Ieri, a inquadrare meglio la complicata situazione commerciale nel quale si trova il nostro Paese, sono arrivati i dati di Statistics Canada sul commercio, che hanno dipinto uno scenario abbastanza prevedibile.

Il deficit commerciale a maggio è stato di 5,9 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 7,6 miliardi di dollari rivisti al ribasso del mese precedente, guidato da un aumento dell’1,1% delle esportazioni su base mensile che ha seguito un crollo dell’11% ad aprile.

Questo è stato il primo aumento delle esportazioni in quattro mesi, secondo StatCan, ed è stato guidato da esportazioni record nel resto del mondo, esclusi gli Stati Uniti. Le esportazioni e le importazioni negli Stati Uniti sono scese ai livelli più bassi ma registrati dall’anno pandemico del 2020.

Le esportazioni verso gli Stati Uniti, destinazione di tre quarti delle spedizioni in uscita del Canada, sono diminuite per il quarto mese consecutivo con maggio che ha registrato un calo dello 0,9%. In termini di volume, le esportazioni totali sono aumentate dello 0,7% a maggio.

Le esportazioni totali del Canada per maggio sono state di 60,81 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 60,12 miliardi di dollari di aprile, guidate dalle esportazioni di prodotti minerali metallici e non metallici.

Questa categoria è aumentata del 15,1% ed è stata trainata principalmente dalle esportazioni di oro grezzo, che hanno registrato un aumento del 30,1% per raggiungere la cifra record di 5,9 miliardi di dollari. “La maggior parte dell’aumento è attribuibile all’aumento delle spedizioni fisiche di oro nel Regno Unito”, ha affermato l’agenzia di statistica. Escludendo i prodotti metallici e i minerali non metalliferi, le esportazioni totali sono diminuite dell’1,2%, ha aggiunto.

Le esportazioni verso paesi diversi dagli Stati Uniti sono aumentate del 5,7% a maggio, raggiungendo un livello record. L’aumento delle esportazioni verso il Regno Unito (oro greggio), Singapore (petrolio greggio) e – sorprendentemente – l’Italia (alluminio grezzo e prodotti farmaceutici) è stato parzialmente compensato da minori esportazioni verso la Cina (colza e petrolio greggio). Nel frattempo, le importazioni da paesi diversi dagli Stati Uniti sono diminuite del 2,0% a maggio. Il commercio totale di merci (esportazioni più importazioni) con paesi diversi dagli Stati Uniti è aumentato a 47,6 miliardi di dollari a maggio, un terzo record consecutivo.

In alto, una nave container (foto: Pexels)

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