TORONTO – Nuova improvvisa escalation nella guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il governo canadese ha annunciato ieri tariffe doganali per un totale di 29,8 miliardi di dollari in risposta ai dazi americani, scattati un minuto dopo la mezzanotte, sull’alluminio e sull’acciaio. Il giro di vite deciso da Ottawa, in particolare, prenderà di mira determinati prodotti e si andrà ad aggiungere ai 30 miliardi di dollari di controdazi già annunciati in precedenza. Nel dettaglio, 12,6 miliardi di dollari colpiranno i prodotti in acciaio che il Canada importa dagli States, 3 miliardi di dollari i prodotti in alluminio e 14,2 miliardi altri beni e prodotti.
Ad annunciare le misure decise dall’esecutivo canadese sono stati i ministri Dominic LeBlanc, Melanie Joly e Francois-Philippe Champagne. Le tariffe sui metalli di Trump, entrate in vigore poco dopo la mezzanotte, sono separate dagli altri dazi che Trump ha imposto al Canada la scorsa settimana – e successivamente parzialmente ridotto – per fare presumibilmente pressione sul nostro paese affinché faccia di più al confine su droga e migranti.
Il Canada ha immediatamente imposto dazi su beni americani per un valore di 30 miliardi di dollari in risposta a quei dazi iniziali e non li ha tolti nemmeno dopo che Trump ha rivisto il suo regime tariffario.
Il governo ha già annunciato contro dazi su altri 125 miliardi di dollari di merci americane che saranno imposte se Trump andrà avanti con un terzo round di quelle che definisce tariffe “reciproche” su merci provenienti da tutto il mondo il 2 aprile.
Il ministro Joly ha attaccato duramente l’inquilino della Casa Bianca. “Trump ha affermato di dover imporre tariffe ora perché le importazioni canadesi di acciaio e alluminio rappresentano una minaccia alla sicurezza nazionale, qualcosa che ho definito una giustificazione falsa e offensiva”.
“La scusa per queste tariffe cambia ogni giorno. L’unica costante sembra essere la retorica sull’annessione del nostro paese da parte del presidente Trump attraverso la coercizione economica. Non ci tireremo indietro e non cederemo a questa coercizione”, ha aggiunto “Dobbiamo combattere contro queste sciocchezze”.
“Il presidente degli Stati Uniti ha alzato la posta in gioco sulle sue provocazioni all’annessione, dicendo che l’unico modo per il Canada di evitare i suoi tentativi di silurare l’economia è che il paese diventi il cinquantunesimo stato”.
Trump ha detto che il confine tra Canada e Stati Uniti, che è stato stabilito per la prima volta secoli fa dopo la guerra d’indipendenza americana e riaffermato da una serie di trattati negli anni a seguire, è “una linea artificiale di separazione” che vuole vedere scomparire.
Per la Joly, il Canada non sta solo lottando per convincere Trump a fare marcia indietro sui dazi, ma anche per salvare il paese da una possibile presa del potere. “Non è solo una minaccia per i posti di lavoro canadesi, per le famiglie canadesi. È una minaccia esistenziale per il nostro paese”, ha detto. “Questa non è solo una lotta per l’economia, ma per il futuro del nostro Paese”.
Il ministro Champagne ha dichiarato che i dazi di Trump faranno salire il prezzo di praticamente tutto ciò che le fabbriche statunitensi producono, data la loro dipendenza dai metalli canadesi. Gli Stati Uniti, ad esempio, producono solo il 16% dell’alluminio di cui hanno bisogno, mentre il 60% della loro fornitura proviene dal solo Quebec.
“Gli implacabili attacchi commerciali di Trump – ha sottolineato il ministro dell’Industria – probabilmente non scompariranno presto e il Canada ha bisogno di un cambiamento di atteggiamento per diventare più indipendente e resiliente.
Nel frattempo oggi una delegazione canadese raggiungerà gli Stati uniti. Il ministro LeBlanc e il premier dell’Ontario Doug Ford incontreranno a Washington il segretario al commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick, “lo zar dei dazi di Trump” e il rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer.
Per LeBlanc questi colloqui serviranno a cercare di convincere gli americani ad abbandonare tutte le tariffe esistenti e a convincere l’amministrazione a risparmiare il Canada quando porterà avanti altre tariffe il 2 aprile.
“Continueremo a mantenere le nostre contromisure e ad aumentarle il 2 aprile se non riusciremo a raggiungere una posizione in cui le loro misure iniziali saranno tutte revocate dalle imprese canadesi”, ha detto LeBlanc. L’incontro di oggi è anche un’occasione per “abbassare la temperatura” data l’accesa retorica proveniente da Trump negli ultimi giorni.
“Trump ha fatto alcuni commenti oltraggiosi sulla sovranità canadese e che devono essere affrontati con i suoi funzionari faccia a faccia. Il Canada continuerà a esercitare la massima pressione sugli americani attraverso contromisure, pur essendo aperto a offrire una via di uscita a Trump per portare questa guerra commerciale a una conclusione soddisfacente per entrambe le parti”.
Da sinistra, i ministri Champagne, Joly e LeBlanc (foto X, Joly)