Cultura

ItalicArtBook, un sito promuove
l’eccellenza del libro d’arte italiano

TORONTO – L’Italia è stata storicamente una delle grandi protagoniste dell’arte tipografica: pensiamo a quell’Aldo Manuzio che, nella Venezia di fine quindicesimo secolo, ripensò completamente i caratteri, il formato, l’estetica e anche i contenuti dell’oggetto libro, e si può dire che stampasse i libri più belli del mondo. Nei secoli successivi, il Bel Paese riesce a far onore a questa tradizione, che ha forse il suo ultimo grande erede nel piemontese Giambattista Bodoni, il quale intorno alla fine del ‘700 stampò un migliaio di volumi tra i più ricercati d’Europa. Purtroppo, negli ultimi due secoli, come scrive Andrea Kerbaker, “l’Italia s’è persa”: nonostante le molte punte di eccellenza, dalla storia del libro di fatto scompare il Bel Paese, “che ha tanti solisti, ma è incapace di metterli assieme”.

Sebbene sia difficile liquidare come totalmente infondata una visione così cupa, un passo avanti per uscire da questa impasse e recuperare la grande tradizione libraria italiana con spirito imprenditoriale e propositivo viene ora dal progetto ItalicArtBook (https://www.italicartbook.com). Si tratta di una piattaforma che offre a mastri tipografi, editori e autori che lavorano nell’ambito del libro d’arte una vetrina per pubblicizzare e vendere i loro prodotti e, al tempo stesso, fare rete e dare visibilità a quella che resta ancora, nonostante tutto, una eccellenza italiana.

Il sito, lanciato da poche settimane, è in costante aggiornamento e continua a registrare nuove adesioni, ampliando l’offerta e la rete di collaboratori.

A farsi promotrice di questa iniziativa pioneristica è la professoressa Maria Gioia Tavoni (bibliofila e bibliografa che si può dire abbia familiarità con il libro a tutto tondo: è stata prima libraia, poi direttrice di biblioteca, autrice, studiosa), insieme al dottor Samuele Di Saverio e a un manipolo di amici, colleghi e appassionati che hanno voluto scommettere sull’attualità del libro non solo come veicolo di testo ma anche come oggetto estetico.

Il motto di ItalicArtBook, infatti, è “Libri belli dentro e fuori”: dichiarazione d’intenti che sembra rispondere beffardamente allo slogan “un libro è un libro” ripetuto fino allo sfinimento qualche anno fa dai fautori dell’ebook, convinti che il libro elettronico avrebbe di lì a poco soppiantato quello cartaceo (i fatti sembrano aver smentito questa previsione: la nicchia degli ebook da tempo ristagna, mentre il libro cartaceo, nonostante tutto, gode ancora di ottima salute).

Non si può nascondere che i per i tipografi italiani non sono tutte rose e fiori. A partire dalla crisi economica del 2008, non solo, in generale, si vendono meno copie, ma l’aspetto grafico sembra aver perso molto peso, e soprattutto è entrata in crisi quella che era una grandissima attività fabbrile, anche per quanto riguarda una figura fondamentale, quella dell’incisore. ItalicArtBook aiuta però a scoprire le sacche di resistenza: tutti quegli editori, tecnici, artigiani (e non sono pochi, a guardare il catalogo del sito) che lavorano la carta e l’inchiostro con mani e occhi sapienti, non come carne da macello da dare in pasto a un pubblico famelico. L’apoteosi di questo culto del libro si ha nei cosiddetti “libri d’artista”, volumi creati molto spesso in maniera completamente manuale, in pochissime copie, in cui l’opera d’arte è costituita dallo stesso libro nella sua dimensione tangibile, non solo dal suo contenuto testuale (il padre nobile è il “libro imbullonato” dell’artista futurista Fortunato Depero). Il libro d’artista (cui ItalicArtBook pianifica di dedicare una pagina apposita) è l’ultimo e il più resistente baluardo alla industrializzazione del mercato librario, e, particolare interessante, è un settore in cui le donne si sono guadagnate un grandissimo spazio; tanto che la stessa Tavoni, in un articolo pubblicato un paio di anni fa, si chiedeva se oggi il libro d’artista non sia donna (anche se, precisa, sebbene il numero degli uomini che si cimentino nel libro d’artista decresca, quelli che rimangono sono di grande spessore).

ItalicArtBook scopre interi filoni di piccole gemme, che rischierebbero altrimenti di rimanere appannaggio della ristretta cerchia degli iniziati alla bibliofilia, e si prefigge di metterle in mostra in un panorama anche internazionale, dal momento che, come precisa ancora Maria Gioia Tavoni, “il progetto è nato non tanto per vendere in Italia quanto all’estero”.

Si tratta di un’iniziativa nata da un gruppo di appassionati, per i quali l’interesse economico è sì una componente, ma tutto sommato secondaria. Come riassume Di Saverio: “Il sito nasce dalla volontà di portare alla luce questa attività fabbrile, sia dal punto di vista della stampa manuale che dell’incisione, con la valorizzazione dell’eccellenza italiana (la caratteristica principale, richiamata anche nel titolo); è quindi nata questa volontà non solo di organizzarsi dal punto di vista economico-commerciale, ma di sviluppare una sorta di movimento che vada a creare un incontro, qualcosa che faccia anche il punto della situazione del libro d’arte in Italia”. Le premesse sembrano indubbiamente promettenti: non ci resta che fare i migliori auguri ad ItalicArtbook.

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