Cultura

Addio a Luciano Iacobelli:
arte e cuore su College Street

TORONTO – Luciano Iacobelli si è spento martedì sera alle 20 e 05,  alla fine di una lunga malattia che ne ha minato il corpo, ma mai lo spirito. Queste parole possono sembrare fredde, estrapolate da un bollettino o da un comunicato d’agenzia, ma non è così.

Luciano Iacobelli (nella foto sopra, di Deborah Verginella), poeta, educatore, artista, editore, viaggiatore è stato un personaggio forse non famosissimo, ma certamente importante nella comunità italiana ed è stato una figura artistico letteraria di grande rilievo nella comunità artistica di Toronto.

L’uomo era certamente eccezionale, resistendo per quasi sette anni al cancro e proponendo uno stile di vita assolutamente unico e con un obiettivo semplice ma ambizioso: creare una comunità di artisti e letterati che intervenisse nel quotidiano con gli strumenti che l’arte dà.

Editore e fondatore di  Lyrical Myrical Press  e cofondatore di  Quattro Editions, Iacobelli ha rilanciato la poesia sperimentale e la novella come genere letterario creando un gruppo di artisti e letterati intorno alla sua figura. Negli ultimi trent’anni Iacobelli ha pubblicato vari libri di poesia,  ha gestito una libreria – “Clinton books and other things” – con il pittore John Romano e un bar – “Q-Space” – dove i poeti e gli artisti si ritrovavano per scambiare poesie, immagini ed idee.

Un documentario intitolato  “Voices from College Street” (che potete vedere qui sotto) testimonia di una delle attività culturali di Q-space.

College Street, Little Italy è stata la zona dove si è mosso camminandola in lungo e in largo o pedalando sulla sua bicicletta con un cestino per portare libri e sculture. In questa zona il bar Gatto Nero ed il bar Diplomatico hanno ospitato per vari anni gli artisti ed i poeti che frequentavano Iacobelli. Luciano ha insegnato ai giovani a creare libri, a leggere poesia ed a farla, a dipingere senza indugi e timidezze.

Ma sopratutto Iacobelli è stato un uomo eccezionale, un giocatore d’azzardo che non ha mai avuto paura di puntare e perdere. Ha creduto nella poesia, nella pittura e la scultura, nell’arte che unisce e che spesso non paga. Anzi! Ci sono stati grandi artisti, ma artisti che erano grandi esseri umani non sono e non saranno  molti. Luciano Iacobelli era uno di questi.

Ci ha insegnato la speranza. La speranza che il mondo va avanti, che un semplice cancro non può piegarla, che persone come lui rendono il mondo e la vita degni di essere vissuti. Arte e cuore. Ed il cuore è stato l’ultimo organo che l’ha abbandonato. Solo allora Luciano Iacobelli è spirato. Arte e cuore. Grazie Luciano.

Corrado Paina

P.S.: uno splendido documentario su Luciano Iacobelli è stato realizzato da Antonio D’Alfonso, “A conversation with Luciano Iacobelli” (lo potete vedere qui sotto)

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