Il Commento

Cultura e imprenditorialità: la diaspora italiana è come una moderna Odissea omerica

TORONTO – Da molto tempo il corpo diplomatico italiano non era così attivo sia nel servire gli espatriati italiani sia nell’esplorare il potenziale del Canada, in luoghi precedentemente praticamente ignorati dai membri “più affermati” della diaspora nella federazione canadese.

Ciò fa ben sperare. Ieri, il Corriere Canadese ha dedicato spazio alla visita dell’Ambasciatore Cattaneo alla comunità italiana del New Brunswick. Sì, nel New Brunswick (NB), una provincia marittima a duemila chilometri a est dell’Ontario sud-occidentale, al confine con l’Oceano Atlantico, con un fuso orario diverso!

“Qual è il problema?”, ci si potrebbe chiedere. Con tutto il rispetto, grazie al fattore Trump, non c’è mai stato un momento più propizio nelle dinamiche politiche [per i Paesi dell’Europa occidentale], per esplorare e sviluppare alternative alle attuali catene di approvvigionamento e mercati economici. O per risvegliare esperienze latenti in tal senso. Il New Brunswick offre non poche opportunità, grazie alla presenza al suo interno di un nucleo consolidato, orgogliosamente italiano e fermamente canadese, di residenti italo-canadesi.

Se l’Italia avesse bisogno di stimoli, eccone alcuni: (1) l’85% del territorio del New Brunswick (circa 72.000 km², un quarto dell’intera superficie del Belpaese) è costituito da foreste di conifere di prima qualità; (2) il territorio è ricco di risorse minerarie che dovrebbero/potrebbero essere un motore per il settore manufatturiero, di produzione tradizionale e quello lungimirante; (3) il New Brunswick beneficia di un’infrastruttura di raffinazione petrolifera, di competenze nella cantieristica navale e di impianti di produzione agricola di qualità a livello globale. Ha bisogno di investimenti e personale. L’Agenzia per le Opportunità nel Canada Atlantico, o nella sua attuale veste, è lì per fornire sostegno finanziario.

Non conosco il mandato dell’Ambasciatore Cattaneo, ma deve essere rimasto colpito dal potenziale di partnership con gli interessi industriali italiani.

Il New Brunswick è l’unica provincia ufficialmente bilingue del Canada. Secondo il censimento del 2021, circa il 30% dei suoi 775.610 residenti si identifica come francofono [… è un po’ più complicato dal punto di vista storico, ma questo è un argomento che tratteremo in un altro articolo…], eppure la comunità italiana è numerosa, orgogliosa e vivace. Ho avuto occasione di incontrarli solo una volta, molti anni fa.

Esiste ancora, e attivamente. Secondo Statistics Canada, anche se non si è verificata alcuna immigrazione degna di nota – almeno non dall’Italia – dal 1980, tuttavia, il censimento del 2021 ha rilevato 8.255 individui che hanno dichiarato di appartenere a cultura ed etnia italiana – circa l’1,1% di tutti i cittadini del New Brunswick. Quattrocento di loro affermano di usare quotidianamente la lingua dei discendenti di Dante, negli affari e a casa. In proporzione alle loro dimensioni, questo numero è numericamente impressionante.

Immaginate la “spinta” di queste persone nell’istituire corsi di italiano per garantire che i loro figli e nipoti imparino a parlare la lingua madre degli antenati che li hanno preceduti. Cresceranno come orgogliosi canadesi con una prospettiva che supera di gran lunga le aspettative di tutti i locali, per quanto ampie possano essere.

Non si deve sottovalutare l’impatto della visita di Cattaneo.

Il rapporto della provincia del New Brunswick con la comunità italiana, date le dimensioni di entrambe, è di portata quasi storica. Speriamo di raccontarne almeno un esempio in un prossimo articolo.

Traduzione in Italiano dall’originale in Inglese a cura di Marzio Pelù 

Nella foto in alto, da sinistra: l’Ambasciatore Italiano in Canada, Alessandro Cattaneo, la premier del New Brunswick, Susan Holt ed il Console Generale d’Italia a Montreal, Enrico Pavone (foto: Ambasciata Italiana in Canada); qui sotto, la cartina del New Brunswick

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