Toronto

Corsa a sindaco,
endorsement di Tory
fuori tempo massimo

TORONTO – A scanso d’equivoci è meglio mettere subito le carte in tavola: salvo terremoti politici dell’ultima ora, Olivia Chow sarà il 66° sindaco della città di Toronto. Se così non fosse, ci troveremmo davanti al più grande abbaglio demoscopico nella storia della statistica nel nostro Paese, visto che tutti i sondaggi effettuati a partire dallo scorso 2 aprile – ripetiamo, tutti – da numerose agenzie di rilevazione hanno indicato l’ex parlamentare neodemocratica nettamente in testa nelle intenzioni di voto. E non stiamo parlando di un vantaggio significativo ma recuperabile, ma di una fuga che ha creatun abisso.

La Chow è sempre stata, salvo in paio di rilevazioni, abbondantemente sopra il 30 per cento, mentre i suoi avversari non sono stati in grado di superare la soglia del 20 per cento, con Mark Saunders, Ana Bailao, Josh Matlow e Anthony Furey che hanno visto nel 15 per cento delle intenzioni di voto una sorta di limite invalicabile. Troppa distanza, dicevamo, e questo nonostante nei confronti di due candidati in particolare siano scese in campo organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, ex sindaci, deputati federali, parlamentari provinciali e personalità politiche di peso che si sono pronunciati a favore della Bailao e di Saunders. Nulla, i rapporti di forza non sono cambiati di una virgola, anzi con il passare del tempo gli endorsement hanno rappresentato quasi una zavorra, un freno per i candidati impegnati nell’inseguimento della front runner.

Mercoledì, del tutto inaspettato, è arrivato l’endorsement di John Tory a favore dell’ex vice sindaca. Un messaggio che si sovrapponeva con l’indicazione di voto data dal Toronto Star ai suoi lettori a favore della Bailao. L’appello dell’ex sindaco di Toronto che spronava i cittadini a sostenere la sua ex vice sindaca ha sorpreso per vari motivi. Innanzitutto molti sono rimasti interdetti per la tempistica: un endorsement di solito viene lanciato all’inizio della campagna elettorale o, al massimo, nella fase centrale, quando l’elettorato ha già iniziato a farsi un’idea sul candidato da sostenere, quando sono già stati presentati i programmi elettorali e quando hanno avuto luogo i dibattiti tra i candidati. L’impressione è che il messaggio di Tory sia arrivato fuori tempo massimo, troppo tardi. Resta poi da vedere se davvero l’invito dell’ex sindaco sarà in grado di mobilitare i cittadini e di farli andare a votare in massa per la Bailao. I dubbi restano, ma per scioglierli sarà necessario aspettare l’esito delle elezioni. A urne chiuse si potrà valutare il livello di incidenza del sostegno pubblico di Tory lanciato alla Bailao.

Allo stesso modo, anche l’atteggiamento di Doug Ford ha suscitato parecchie perplessità. All’inizio della campagna elettorale il premier dell’Ontario aveva dichiarato che non si sarebbe intromesso nella campagna elettorale di Toronto e che non avrebbe dato indicazioni di voto. Poi, dopo qualche settimana – con i sondaggi che lanciavano la sua avversaria di un tempo Chow – ha presentato l’identikit del suo candidato ideale senza fare un nome, ma dalle caratteristiche elencate era evidente che Ford si stesse riferendo a Saunders.

Poi negli ultimi due giorni la scoperta dell’acqua calda: i cartelloni elettorali di Saunders sono magicamente spuntati sull’aiuola davanti la casa del premier e, il giorno dopo, l’annuncio dell’endorsement all’ex capo della polizia di Toronto. Anche in questo caso, come con Tory, lascia basiti la tempistica scelta dal premier e le modalità di comunicare la propria posizione. Se annunci di voler stare fuori dalla competizione elettorale municipale, lo fai e non ti intrometti. Se decidi di contraddirti e appoggiare pubblicamente un candidato, non lo fai a quattro giorni dall’appuntamento alle urne. Insomma, siamo di fronte a due endorsement di peso che per le ragioni elencate potrebbero avere conseguenze del tutto irrilevanti in queste elezioni.

Nella foto in alto, un fermo immagine del video in cui Tory annuncia il suo sostegno alla Bailao

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