Canada

Consiglio dei ministri ad Halifax: attesa per il possibile rimpasto di governo

TORONTO – Cresce l’attesa per il la due giorni di Halifax, dove si riunirà il governo federale in vista del riavvio dei lavori parlamentari. Il meeting, in programma dal 25 al 27 agosto nella capitale della Nova Scotia, ha come obiettivo dichiarato quello di tirare le somme e mettere sul tavolo le nuove proposte per voltare pagina e dare vigore all’azione di governo nell’ultimo anno della legislatura.

Il primo ministro Justin Trudeau (nella foto sopra) vuole lasciarsi alle spalle le polemiche estive, alimentate dalla clamorosa sconfitta alle elezioni suppletive di Toronto-St. Paul’s, le accuse e i veleni interni che hanno portato alla richiesta ufficiale da parte di ex componenti dell’esecutivo delle dimissioni dello stesso leader liberale. Trudeau e i suoi ministri metteranno sul tavolo le linee guida del prossimo budget federale, che ovviamente sarà una Manovra elettorale carica di promesse in vista dell’appuntamento alle urne in programma nell’ottobre del 2025.

Ma l’attesa per la riunione del governo non riguarda solo le potenziali singole proposte che saranno discusse a porte chiuse: è da settimane, infatti, che voci di corridoio parlano di un possibile rimpasto di governo, l’ultimo prima del prossimo voto. E non si tratterebbe semplicemente di una banale operazione di maquillage, ma di un profondo mutamento nei dicasteri chiave. Su questo resta da capire come sia veramente andato il colloquio delle scorse settimane tra lo stesso Trudeau e Mark Carney, ex governatore di Bank of Canada e della Banca Centrale inglese, a lungo corteggiato dal primo ministro per un eventuale ingresso nella compagine governativa.

Per ora non esiste alcuna conferma, con l’ipotesi che Carney abbia accettato la proposta di Trudeau e la tesi, del tutto opposta, che l’ex governatore della Banca Centrale abbia ben altre mire, che sono quelle di un’eventuale corsa alla leadership nel Partito Liberale: e questo sia che si materializzi l’ipotesi delle dimissioni di Trudeau il prossimo autunno, sia che l’attuale primo ministro decida di gettare la spugna dopo il voto federale del 2025, il cui esito a questo punto appare scontato, visti i venti punti percentuali che dividono il Partito Conservatore di Pierre Poilievre dai liberali.

Per ora, comunque, si rimane sul terreno delle semplici speculazioni politiche. Ufficialmente, il primo ministro rimane in sella alla guida del partito, nonostante qualche scossone che ha messo in pericolo la sua leadership. Ma altri scossoni potrebbero arrivare nell’immediato futuro dalle prossime elezioni suppletive. Gli occhi degli analisti, in particolare, sono puntati sulle byelection a Montreal a metà settembre, dove gli elettori sono chiamati a scegliere il sostituto dell’ex ministro della Giustizia David Lametti. I liberali, ovviamente, puntano a mantenere il seggio, in un distretto che storicamente vota grit, ma i sondaggi delineano uno scenario ben diverso e l’ipotesi che si possa ripetere una disfatta come quella di Toronto-St. Paul’s non è poi così remota.

Ecco allora che un’altra voce che gira nelle stanze del potere è proprio quella che vede il destino politico del leader liberale legato proprio agli esiti delle suppletive di settembre: in caso di sconfitta, potrebbe fare un passo indietro, dando quindi tempo al partito di darsi una nuova leadership il prima possibile. Ma ripetiamo, ufficialmente Trudeau ha dichiarato che a prescindere da quanto capiterà alle byelection, sarà lui a guidare il Partito Liberale alle prossime elezioni federali.

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