Ontario

Commissariati quattro provveditorati

TORONTO – Ora si fa sul serio. La pacchia è finita. Dopo che da anni le casse delle scuole indicano deficit astronomici e spese discutibili, il governo dell’Ontario ha deciso di assumere il controllo di altri quattro consigli scolastici a causa della “cattiva gestione”.

“La provincia ha nominato supervisori per il Toronto District School Board, il Toronto Catholic District School Board, l’Ottawa-Carleton District School Board e il Dufferin-Peel Catholic School Board – ha annunciato il ministro dell’Istruzione Paul Calandra venerdì scorso durante l’ultimo giorno di scuola in molti consigli scolastici della provincia – è tempo di una più ampia riconsiderazione della governance dei consigli”.

Una decisione, giunta con grande ritardo, il cui merito è tutto di Calandra che ha assunto la guida del ministero dell’Istruzione dallo scorso marzo e che non ci ha pensato due volte a commissariare i provveditorati in perenne difficoltà finanziaria ponendo fine a una situazione che si trascina da anni. Da tempo il Corriere Canadese ha indicato il commissariameno come l’unica via possibile per rimettere in sesto i board in disavanzo e inchiodare alle proprie responsabilità i fiduciari scolastici.

Misure, queste, che arrivano dopo che una raccomandazione a seguito di indagini finanziarie sui consigli, ha mostrato deficit crescenti, esaurimento delle riserve e una persistente cattiva gestione. “Questi consigli hanno avuto molteplici opportunità di affrontare i loro problemi finanziari strutturali, e ripetutamente non ci sono riusciti – ha dichiarato Calandra – stiamo nominando commissari con un chiaro mandato per rimettere in carreggiata questi consigli”.

Consigli, verso i quali il ministro, ha usato parole al vetriolo. “Hanno deluso genitori e studenti – ha detto senza giri di parole – tutti i consigli scolastici della provincia dovrebbero ricevere il messaggio, anche quelli che registrano un surplus. Laddove il processo decisionale non dia priorità al successo degli studenti, dove non dia priorità alle risorse per gli insegnanti in classe, non esiterò a intervenire e a reindirizzare quei fondi verso le classi”.

Nei suoi poco più di tre mesi di mandato, Calandra si è schierato contro i consigli scolastici – avendone ormai assunto il controllo di cinque – ed ha ora segnalato che probabilmente ci saranno molte altre conseguenze.

“Penso che sia necessaria una riconsiderazione più ampia della struttura di governance dei consigli scolastici – ha affermato – questo è un primo passo importante”.

Negli ultimi decenni, il processo decisionale è stato eccessivamente decentralizzato, ha aggiunto Calandra, e il Ministero dovrebbe fornire “regole chiare e concise” su come vengono spesi i fondi e su cosa fanno i fiduciari e i consigli scolastici. Non è solo la presenza di un deficit a far sì che il governo assuma il controllo dei provveditorati. Il Brant Haldimand Norfolk Catholic District School Board, ad esempio, è stato il primo consiglio commissariato dopo che un’indagine ha scoperto che quattro fiduciari hanno speso ben 190.000 dollari per un viaggio in Italia allo scopo di acquistare opere d’arte per nuove scuole.

La provincia ha stanziato 30,3 miliardi di dollari per l’istruzione nel bilancio di quest’anno, definendolo un investimento record. Un rapporto dello scorso anno del Canadian Centre for Policy Alternatives ha rilevato, al contrario, che i finanziamenti per l’istruzione di base dell’Ontario sono diminuiti di 1.500 dollari per studente dal 2018, una cifra contestata dal governo.

“Il Tdsb ha respinto quasi la metà delle misure di risparmio sui costi raccomandate negli ultimi due anni – ha concluso Calandra – il provveditorato cattolico di Toronto ha triplicato il suo deficit annuale rispetto all’anno scorso mentre quello di Ottawa ha completamente esaurito le sue riserve, accumulato un deficit ed ora intende usare i fondi derivanti dalle vendite di beni per pareggiare i conti”.

Qualcosa non va e solo un commissariamento può far luce su come vengono usati i fondi stanziati dal governo.

Nella foto in alto, il Ministro dell’Istruzione dell’Ontario, Paul Calandra (da Twitter X – @PaulCalandra)

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