TORONTO – È sempre più caotica la situazione che ruota attorno ad AstraZeneca. Mentre in Europa una lunga lista di Paesi ha ordinato lo stop precauzionale nella somministrazione del vaccino in attesa della decisione finale dell’ente europeo del Farmaco, l’Ema, prevista per domani, in Canada non solo si va avanti con le vaccinazioni, ma addirittura viene allargata la fascia delle persone che potranno ricevere le due dosi.
Fino a ieri, infatti, Health Canada aveva dato il via libera alla somministrazione di AstraZeneca per i cittadini di età compresa tra i 60 e i 64 anni, sulla scia di quanto era stato fatto in numerosi Paesi europei, dove l’inoculazione del vaccino era stata vietata per gli over 65.
Ma in mattinata è arrivata la svolta. La National Advisory Committee on Immunization (NACI) ha cambiato nuovamente le sue linee guida, affermando che AstraZeneca “è sicuro ed efficace anche” per le persone più anziane: salta quindi il limite dei 64 anni, il vaccino potrà essere somministrato anche a chi ha 65 anni e oltre.
Caroline Quach, presidente del NACI, ha sottolineato ieri come l’analisi di due diversi studi sulla campagna di vaccinazione di AstraZeneca effettuata in Inghilterra conferma come il vaccino sia estremamente efficace e sicuro anche per gli anziani, specialmente nel prevenire le complicazioni gravi provocate dal Covid-19 e i ricoveri in ospedale.
Nel frattempo in Europa cresce l’attesa per le decisioni dell’Ema. Ieri anche la Svezia ha fermato la somministrazione del vaccino, sulle orme di quanto già deciso in Italia, Germania, Francia, Olanda, Irlanda, Spagna, Lettonia, Austria, Danimarca, Norvegia, Lituania ed Estonia. Si tratta di un elemento significativo, visto che il vaccino Astra-Zeneca è frutto di un consorzio anglo-svedese.
In attesa della decisione dell’ente europeo del farmaco, ieri la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, ha voluto lanciare segnali di rassicurazione, facendo capire che l’esito sarà positivo, ovvero che non sarà raccomandata la sospensione delle immunizzazioni con il composto di Oxford e che i governi potranno riprendere le campagne vaccinali.
“Sono inevitabili rari episodi gravi quando si vaccinano milioni di persone”, ha spiegato, evidenziando che allo stato attuale “non ci sono indicazioni che il vaccino AstraZeneca abbia causato problemi”.
“L’incidenza di eventi tromboembolici nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca non più alta rispetto alla popolazione” non vaccinata, ha detto Cooke, ribadendo che “i benefici del vaccino superano i rischi”.
“Attualmente, non c’è alcuna indicazione che la vaccinazione” con il siero anti-Covid di Astrazeneca “abbia provocato queste condizioni”, gli eventi tromboembolici, talora fatali. “Non sono emersi nei trial clinici – continua Cooke – e non sono compresi come effetti collaterali conosciuti o attesi con questi vaccini. Nei trial clinici, sia le persone vaccinate che quelle che hanno ricevuto un placebo hanno registrato numeri molto piccoli di sviluppi legati alla coagulazione del sangue”.
Nel frattempo è entrato in fase 3 di sperimentazione un nuovo possibile vaccino anti-Covid, messo a punto da Medicago, società biofarmaceutica canadese, e GlaxoSmithKline. La sperimentazione, che ha ricevuto l’approvazione dalle autorità regolatorie canadesi e statunitensi, riguarderà 30mila soggetti inizialmente composti da adulti sani (tra i 18 e i 65 anni) seguiti da adulti anziani (dai 65 anni in su) e adulti con comorbilità. I test si svolgeranno in 10 Paesi.
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