Canada

Trudeau e Poilievre gemelli diversi:
nubi all’orizzonte per i due leader

TORONTO – Nubi all’orizzonte per il primo ministro e per il leader dell’opposizione. Justin Trudeau e Pierre Poilievre stanno entrambi vivendo una fase complicata, dove sono stati scardinati alcuni capisaldi della normale narrazione politica che prescrive come in una democrazia le difficoltà del capo del governo siano proporzionali alle fortune del suo principale oppositore, e viceversa. Ci troviamo invece in una congiuntura politica del tutto sui generis, con i due leader in difficoltà in questi ultimi singhiozzi del 2022.

Crisi sanitaria e inflazione i due crucci di Trudeau. In questa fase non ancora post pandemica – ma quasi – i due principali problemi percepiti in Ontario e in tutto il resto del Canada sono il progressivo aumento del costo della vita e le difficoltà reali e ingiustificabili dell’intero sistema sanitario, in particolare la crisi degli ospedali e dei reparti pediatrici. Il cittadino comune, ovviamente, ne attribuisce la responsabilità al governo in carica, con le opposizioni che cavalcano questa percezione. La realtà, tuttavia, è sempre più complicata della politica fatta a suon di slogan e diretta alla pancia dell’elettorato.

Sul fronte dell’inflazione, il fenomeno non è solamente canadese. Al contrario, tutti i Paesi occidentali, dagli Stati Uniti all’Italia, passando per la Gran Bretagna e i Paesi dell’Eurozona, stanno vivendo una fase di repentino rialzo dei prezzi, in particolare dei beni alimentari. Il Canada, paradossalmente, ha registrato un rialzo dell’inflazione su base annua ben al di sotto di quella dei suo principali partner occidentali.

Allo stesso tempo, la politica di rialzo dei tassi d’interesse da parte di Bank of Canada, se da un lato ha l’effetto di attenuare l’inflazione dall’altro provoca il rialzo dei mutui variabili: in un modo o nell’altro, crolla il potere d’acquisto delle famiglie. Per quanto riguarda la sanità, la crisi è terreno di scontro tra i due livelli di governo. Le province battono cassa e chiedono più stanziamenti a Ottawa (dal 22 per cento al 35 per cento), l’esecutivo federale si dice disposto ad allargare i cordoni della borsa a patto di avviare, nelle singole province, una riforma strutturale del sistema sanitario.

Criptovalute e Freedom Convoy, effetto boomerang per Poilievre. Pur essendo in testa nei sondaggi, Poilievre ha fallito la prima vera occasione da quando è leader del partito, con la batosta rimediata dai conservatori a Mississauga-Lakeshore.

Dovrebbe farsi qualche domanda, per capire le ragioni della sconfitta. Un motivo – e non è nemmeno troppo complicato – è che i canadesi si sono fatti un’idea chiara del cosiddetto Freedom Convoy, che di libertario aveva giusto il nome: una protesta ingiustificata, fatta peraltro nel momento in cui venivano allentate le restrizioni anti Covid, che ha provocato disagi a Ottawa e gravi danni economici al Paese. Poilievre continua a sostenere questo “movimento”, se possiamo definirlo così.

E che dire del tracollo delle criptovalute, che Poilievre aveva invece promosso nel suo attacco a muso duro contro Bank of Canada. Un segnale negativo per il leader conservatore arriva poi dai sondaggi, dove a destra il People’s Party di Maxime Bernier ha raddoppiato in un mese le intenzioni di voto: senza la ricomposizione della frattura a destra, alle elezioni non si vince. Poilievre lo sa bene e sarà questa la sua priorità per il 2023.

More Articles by the Same Author: