Canada

Totoministri, tutto pronto
per il nuovo governo federale

TORONTO – Volti nuovi, conferme, sorprese. È ormai cosa fatta la composizione del nuovo governo federale, i cui membri giureranno domani mattina davanti alla governatrice generale Mary Simon e si metteranno immediatamente al lavoro dopo questa lunga pausa dal voto dello scorso 20 settembre. Il primo ministro Justin Trudeau, per il suo terzo esecutivo, ha promesso che vi sarà un sostanziale equilibrio di gender e che, come in passato, tutte le province del Canada avranno rappresentanza nella squadra di governo.

Un primo problema nasce proprio dall’esito delle ultime elezioni, dove tre ministre in carica – Deb Schulte, Bernadette Jordan e Maryam Monsef – sono state sconfitte dai rispettivi avversari. Inoltre, l’ex ministra dell’Ambiente Catherine McKenna ha deciso di non ripresentarsi, abbandonando la politica attiva. Nello scacchiere di governo, quindi, si sono liberate quattro pedine, in questo delicato esercizio nel quale il primo ministro deve soppesare e vagliare ogni singola potenziale candidatura senza andare a sconvolgere l’equilibrio complessivo della squadra governativa.

Dalle urne, poi arrivano anche altre novità. Nella passata legislatura, quella scaturita dal voto del 2019, i liberali non avevano vinto alcun seggio in Alberta e in Saskatchewan e questo aveva lasciato degli strascichi anche nella composizione dell’esecutivo: proprio mentre nelle province dell’Ovest si stava creando un forte clima di malcontento e di sfiducia verso Ottawa – con la vittoria a livello provinciale della destra populista di Jason Kenney e con la nascita, addirittura, del Maverick Party, un partito che aveva come unico punto in programma il separatismo dell’Alberta – e la mancanza di un interlocutore di governo credibile aveva alimentato questo malessere strisciante.

Alle elezioni dello scorso 20 settembre, invece, i liberali sono riusciti a conquistare due seggi in Alberta, Randy Boissonnault a Edmonton e George Chahal a Calgary: è pressoché scontato l’ingresso nel gabinetto governativo di uno dei due nuovi deputati.

Grande attenzione poi verrà data anche dalla provenienza etnica dei ministri. In pole position per un dicastero senza portafoglio, ad esempio, troviamo Rechie Valdez, neodeputata di Mississauga-Streetsville e prima donna di origine filippina ad entrare alla House of Commons. Chiede spazio anche Helena Jaczek, ex ministra provinciale della Sanità e delle Case di cura a lunga degenza nel governo dell’Ontario guidato da Kathleen Wynne.

E che dire dei deputati di origine italiana? Data per scontata la conferma di Anthony Rota nell’importante ruolo di Speaker, faranno ancora sicuramente parte del governo David Lametti, Marco Mendicino e Filomena Tassi, mentre sono in salita le quotazioni per un’eventuale prima esperienza nell’esecutivo di Patricia Lattanzio e Francesco Sorbara.

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