Canada

Tassi d’interesse: dopo l’ultimo rialzo
per i canadesi arriva
la boccata d’ossigeno

TORONTO – Tutto secondo copione. Come ampiamente previsto Bank of Canada ha annunciato ieri l’ottavo rialzo consecutivo dei tassi d’interesse, con un più 0,25 per cento che porta il costo del denaro al 4,50 per cento. Ma la Banca Centrale, allo stesso tempo, ha deciso di modificare profondamente la sua politica monetaria di controllo all’inflazione, confermando come nei prossimi mesi non dovrebbero esserci altri ritocchi verso l’alto del tasso di sconto.

Tuttavia in questo caso il condizionale è d’obbligo: i tassi resteranno invariati, a meno che nel contesto economico del Canada non subentrino altri fattori che possano in qualche modo assorbire o comunque indebolire il consolidamento raggiunto dalla stretta voluta da Bank of Canada.

In ogni caso arriva una boccata d’ossigeno per i canadesi, che dal marzo del 2022 sono stretti nella tenaglia dell’inflazione e dell’aumento dei mutui variabili e dei prestiti creditizi provocato dall’aumento dei tassi d’interesse. Secondo le previsioni della Banca Centrale, gli effetti degli otto rialzi consecutivi dovrebbero sentirsi di più nei prossimi mesi. Di fatto, l’ondata inflattiva che ha colpito il Paese ha subito già un brusco rallentamento il mese scorso, quando l’aumento del costo della vita ha raggiunto quota 6,3 per cento dopo il 6,8 per cento registrato a novembre e comunque ben al di sotto dell’11 per cento che ha caratterizzato i mesi autunnali.

Comunque se gli sviluppi economici rimarranno in linea con le sue attuali proiezioni, la Banca Centrale ha dichiarato di aspettarsi di mantenere il suo tasso di interesse di riferimento al livello attuale.

Bank of Canada ha anche pubblicato il suo ultimo rapporto sulla politica monetaria, fornendo proiezioni aggiornate per l’economia e l’inflazione. Secondo il rapporto, la Banca Centrale si aspetta che l’inflazione rallenti più velocemente di quanto previsto in precedenza. Si prevede che il tasso di inflazione annuale scenderà al 3 per cento entro la metà del 2023 e al suo obiettivo del 2 per cento nel 2024.

Il rallentamento dell’inflazione è stato attribuito al calo dei prezzi dell’energia e all’allentamento delle interruzioni della catena di approvvigionamento globale.

Allo stesso tempo, il mercato del lavoro è ancora in subbuglio e le aspettative di inflazione tra le imprese e i consumatori sono ancora elevate. L’ultima indagine sulla forza lavoro di Statistics Canada ha rivelato che la disoccupazione in Canada è vicina ai minimi storici, con il tasso di disoccupazione al 5 per cento a dicembre.

Mentre la Banca del Canada ha precedentemente sollevato preoccupazioni sulla forte crescita dei salari che potrebbe alimentare l’inflazione, ora afferma che i rischi legati a una spirale salari-prezzi sono diminuiti man mano che la crescita dei salari si è stabilizzata. Poiché gli elevati tassi di interesse continuano a influenzare l’economia in modo più ampio, la Banca Centrale prevede un indebolimento del mercato del lavoro nei prossimi mesi.

La Banca del Canada prevede che la crescita dell’economia si fermerà nella prima metà dell’anno prima di riprendere verso la fine dell’anno. Dopo essere cresciuta del 3,6% nel 2022, la Banca del Canada prevede che l’economia crescerà di un modesto 1 per cento nel 2023.

A livello globale la crescita è stata più forte del previsto, poiché i consumatori hanno continuato a spendere. Sebbene il focus sia sull’eccesso di domanda nell’economia interna, i fattori globali potrebbero continuare a influenzare l’inflazione. La revoca delle restrizioni COVID-19 da parte della Cina, ad esempio, potrebbe portare a una crescita globale più forte e a prezzi delle materie prime più elevati. L’incertezza nella geopolitica in mezzo alla guerra in corso in Ucraina è anche un altro fattore di rischio, ha osservato la banca centrale. Secondo Bank of Canada, infine, il rischio di una grave recessione globale è diminuito negli ultimi mesi.

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