Canada

Tassa per i no vax,
è boom di prime dosi
in Quebec

TORONTO – No vax va bene, fino a quando non mi toccano il portafoglio. È un vero e proprio boom di prime dosi di vaccino in Quebec a due giorni di distanza dall’annuncio del premier Francois Legault sull’intenzione del governo provinciale di imporre una sanzione pecuniaria sotto forma di “tassa sanitaria” per i maggiorenni quebecchesi che non si vaccinano e non sono in possesso di una valida esenzione medica. Una decisione, quella dell’esecutivo della provincia francofona, dettata dalle gravi difficoltà che sta vivendo il sistema sanitario sotto il peso della variante Omicron.

Ogni giorno si registra puntualmente un nuovo record per quanto riguarda i contagi, le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e, purtroppo, i decessi. Legault ha giustificato l’intenzione di imporre questa tassa per i no vax con la constatazione che i non vaccinati, pur rappresentando appena il 10mper cento della popolazione maggiorenne, occupano almeno la metà dei letti in terapia intensiva.

Il ministro provinciale della Sanità Christian Dubé ha fatto sapere che in un giorno oltre 7mila persone hanno effettuato la prenotazione per ricevere la prima dose di vaccino. Un numero incoraggiante – ha commentato il ministro – che potrebbe crescere esponenzialmente nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

Nel frattempo nel resto del Canada continua il dibattito sulla fattibilità del provvedimento annunciato da premier del Quebec. Ci sono delle possibili difficoltà di carattere costituzionale, come denunciato dalla Canadian Civil Liberties Association, che ha sottolineato come una misura di questo tipo verrebbe quasi sicuramente dichiarata anticostituzionale se portata in tribunale dopo l’approvazione nell’Assemblea legislativa del Quebec. Secondo l’organizzazione le scelte di carattere medico e sanitario fanno parte della sfera personale e privata del singolo cittadino e lo Stato – in questo caso la Provincia – non ha alcun potere con la creazione di obblighi divisivi.

Una tesi questa abbastanza discutibile. Basta pensare ai numerosi vaccini che sono di fatto obbligatori da decenni – varicella, morbillo, meningite e via dicendo – senza i quali, ad esempio, i bambini non possono frequentare le scuole pubbliche. L’Ontario ha già fatto sapere che non seguirà la strada intrapresa del premier della provincia francofona. Sia il Chief Medical Officer Kieran Moore sia il premier Doug Ford nella giornata di mercoledì hanno bocciato l’ipotesi di tassare i non vaccinati con un’ulteriore imposta. In precedenza si erano espressi negativamente anche il premier dell’Alberta Jason Kenney e quello del Saskatchewan Scott Moe.

A livello federale il premier Justin Trudeau non si è espresso apertamente sulla controversa questione, ma ha sottolineato come in questa pandemia alcune misure forti si siano dimostrate come le più efficaci per contrastare il virus e limitare il contagio di Covid-19. Il ministro federale della Sanità Jean-Yves Duclos la scorsa settimana aveva invitato le Province e i Territori ad avviare un dibattito sull’ipotesi dell’obbligo vaccinale, uno scenario questo che, almeno per ora, non è stato preso in considerazione neanche in Quebec.

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