Canada

Robertson condannato
a 17 anni di carcere

TORONTO – È stato condannato a 17 anni di carcere Brady Robertson, che il 18 giugno del 2020 ha investito il suv guidato da Karolina Ciasullo che è morta assieme alle sue tre bambine Klara di sei anni, Liliana di quattro e Mila di appena un anno.

A Robertson, 21 anni, che ha già trascorso dietro le sbarre del tempo, rimarranno da scontare 14 anni e due mesi. Per poter tornare a guidare invece di anni ne dovranno passare venti. Dal canto suo il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 23 anni di galera e il divieto di guida a vita mentre la difesa ha sostenuto che sette anni di reclusione sarebbero stati sufficienti. Sette anni soltanto per aver strappato alla vita tre bimbe e la loro madre di 37 anni.

La notizia del terribile incidente è rimbalzata anche in Italia – Michael Ciasullo, marito di Karolina è originario di Orsara, in provincia di Foggia – suscitando emozione e rabbia per la morte della giovane mamma e delle sue bambine.

Robertson si è dichiarato colpevole di quattro capi di imputazione per guida pericolosa che ha causato la morte ma si è dichiarato non colpevole di quattro capi di imputazione per guida sotto l’influenza di sostanze intossicanti che hanno causato morte: i suoi avvocati hanno contestato inoltre la costituzionalità della legge canadese che stabilisce un limite legale per la concentrazione di THC (la sostanza psicotropa principale contenuta nei cannabinoidi) nel sangue durante la guida.

Due giorni prima dell’incidente che ha falciato la famiglia Ciasullo, Robertson è stato visto guidare la stessa vettura in maniera spericolata, letteralmente fuori controllo al punto che alcuni passanti hanno tentato di fermarlo.

La giudice della Corte dell’Ontario Sandra Caponecchia ha affermato che, circa 45 minuti dopo l’incidente, Robertson aveva una concentrazione di THC nel sangue pari a 40 nanogrammi per millilitro di sangue, che è otto volte più alta del limite legale. La sfida costituzionale è stata comunque respinta il mese scorso e, di conseguenza, Robertson è stato dichiarato colpevole di guida compromessa dall’uso di sostanze stupefacenti. “Non si può parlare di incidente perché si tratta di tutt’altro che un incidente, questi sono crimini – ha detto la giudice Caponecchia – crimini evitabili al 100% se il signor Robertson avesse avuto qualche riguardo per la vita e la sicurezza degli altri”.

Lo scorso mese, durante la sentenza di condanna, Robertson si è scusato per le sue azioni, dicendo di essere “profondamente tormentato” da ciò che ha fatto. Il giovane ha detto che si sentirà in colpa per il resto della sua vita e vuole assumersi la responsabilità delle sue azioni.

“Volevo porre fine alla mia vita innumerevoli volte, ma sarebbe stata un’azione da codardi – ha detto – voglio pagare per quello che ho fatto, voglio scontare la mia pena… Questa famiglia merita giustizia”.

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