Canada

Poilievre chiede
le dimissioni di Mendicino

TORONTO – Mendicino sapeva e dovrebbe dimettersi o essere “licenziato”. Ad avere parole al vetriolo verso il ministro della Pubblica sicurezza è il leader del partito Conservatore Pierre Poilievre (nella foto sopra, tratta dal suo profilo Twitter).

Mentre la polemica si allarga a macchia d’olio il cerchio si stringe attorno al ministro Mendicino che di fronte alla notizia del trasferimento di Paul Bernardo da un carcere di massima sicurezza in Ontario, a un carcere di media sicurezza in Québec, sembrava caduto da un pero. “Sono preoccupato e scioccato da questa decisione incomprensibile”, era stato il commento del ministro quando la notizia è rimbalzata sui maggiori quotidiani canadesi.

Bernardo, 58 anni, è stato condannato nel 1995 per rapimento, stupro, tortura e omicidio di due adolescenti, la quindicenne Kristen French e la quattordicenne Leslie Mahaffy. È stato anche ritenuto colpevole di omicidio colposo per la morte di Tammy Homolka. La domanda che molti si sono posti è stata solo una: ma è proprio vero che Mendicino non fosse al corrente della decisione? Quel che è certo, ora, è che il suo ufficio era stato informato con largo anticipo. A dichiararlo è lo stesso Correctional Service of Canada (CSC): la prima email era stata inviata a Mendicino il 2 marzo, la seconda il 25 maggio, quattro giorni prima del controverso trasferimento del killer e stupratore seriale in un penitenziario di media sicurezza. “È una regola che vige nel servizio penitenziario del Canada quella di fornire un avviso anticipato all’ufficio del ministro sui criminali di alto profilo”, ha affermato in una nota il communication adviser senior del CSC Kevin Antonucci.

Pur osservando che le decisioni su casi specifici e operazioni come i trasferimenti dei detenuti e le notifiche alle vittime sono di pertinenza del CSC, non del ministro né del suo ufficio, Antonucci ha affermato che la prima e-mail inviata ha notificato all’ufficio di Mendicino il trasferimento anche se la data finale era ancora da stabilire. Quindi il messaggio seguente, quello del 25 maggio, “conteneva informazioni aggiornate, ovvero che il trasferimento sarebbe avvenuto lunedì 29 maggio”. “Io l’ho scoperto personalmente la settimana in cui è stata presa la decisione”, ha risposto Mendicino quando a Parliament Hill gli è stato chiesto come mai era stato informato del trasferimento a cose avvenute.

A questo punto i casi sono due. La prima opzione è che Mendicino sapeva e non ha dato peso alla questione, che se le famiglie delle vittime e i canadesi indignati non avessero alzato la voce, forse sarebbe passata in sordina. La seconda possibilità, non meno grave, è che il personale del suo ufficio non lo abbia effettivamente messo al corrente di quanto stava per accadere. Come è possibile che per oltre tre mesi nessuno, nel suo ufficio, abbia pensato di ragguagliarlo sulla comunicazione giunta via email?

È indignato e ha parole al vetriolo il leader conservatore Poilievre che non ha perso tempo a chiedere le dimissioni del ministro Mendicino: qualora non arrivino o Mendicino non licenzi i responsabili impiegati nel suo ufficio, secondo il leader dell’opposizione, sarà compito del primo ministro Justin Trudeau “licenziarlo”. “Quando Paul Bernardo è stato trasferito da un penitenziario di massima sicurezza a un penitenziario di media sicurezza, il ministro Mendicino si è detto scioccato, totalmente scioccato, e ora sappiamo che è stato informato tre mesi prima e non ha fatto assolutamente nulla”, ha detto Poilievre elencando una serie di altre questioni che il ministro della Pubblica sicurezza ha gestito male ed accusandolo di “mentire” ai canadesi. Intanto il Correctional Service Canada ha affermato di aver dato il via ad una revisione che dovrebbe essere completata “entro poche settimane”. Mendicino, che ha detto di attendere i risultati di questa revisione prima di considerare i prossimi passi da fare, ieri è stato preso di mira alla Camera dei Comuni dai partiti all’opposizione. Il clima, sul caso Bernardo, è sempre più incandescente.

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