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“Pandemia ancora qui,
non abbassare la guardia”

TORONTO – Potremmo essere a un passo dalla fine della pandemia ma occorre ancora stringere i denti. La luce in fondo al tunnel si intravede ma in questo momento non si possono tirare i remi in barca e lasciarsi andare a facili entusiasmi. È questo in sostanza il messaggio dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

“Non è ancora arrivata, ma la fine è in vista”, ha detto un mese fa il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus (nella foto sopra, dalla pagina Twitter dell’OMS). Ed ora, che siamo nel bel mezzo della stagione in cui i contagi di Covid tornano a galoppare, ha sottolineato Ghebreyesus, è il momento di “correre più forte”, sarebbe il “momento peggiore” per fermarsi. I Paesi, in sostanza, non dovrebbero allentare le misure messe in atto per combattere il dilagare del Covid-19: test Covid, gestione clinica del virus, raggiungimento degli obiettivi di vaccinazione (dando priorità ai gruppi ad alto rischio), mantenimento delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie, gestione dell’”infodemia” per combattere la disinformazione sul Covid sono alcune policy tra le più importani.

L’OMS ha anche avvertito che questo autunno si aspetta che nuove ondate siano guidate da varianti emergenti e sottovarianti che gli scienziati stanno tenendo d’occhio, dal momento che alcune hanno elementi in grado di eludere il sistema immunitario. L’ultimo aggiornamento epidemiologico pubblicato il 19 ottobre dall’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie, indica che a livello globale i casi sono diminuiti del 6% dal 10 al 16 ottobre quando i casi segnalati sono stati 2,9 milioni. Sebbene il calo riportato nell’ultimo aggiornamento dell’OMS sia una notizia positiva, è accompagnata comunque dall’avvertenza che un totale di 618 milioni di casi confermati e 6,5 milioni di decessi sono stati segnalati a livello globale dall’inizio della pandemia e che i numeri sono probabilmente più alti se si tiene presente che ci sono casi e decessi non documentati.

L’OMS afferma inoltre che diversi paesi stanno ancora segnalando centinaia di migliaia di nuovi casi a settimana: tra questi Germania, Francia, Cina e Italia.

In Canada, l’ultimo aggiornamento Covid-19 del 14 ottobre indica che la settimana prima sono stati segnalati circa 20.000 nuovi casi. Tra il 10 e il 17 ottobre, il numero di persone ricoverate in ospedale è aumentato da 3.550 a 3.875, seguendo un trend in costante aumento dall’inizio di ottobre.

Riconoscere che il Covid-19 si trasmette per via aerea e adeguare le linee guida di conseguenza sembra essere il primo passo per arginare i contagi. Fino a quando i controlli sulla qualità dell’aria non saranno implementati in modo più serio con rigorose modifiche alle policy pubbliche, inclusa una migliore ventilazione obbligatoria, “non vinceremo”, ha affermato l’epidemiologo Colin Furness. Inoltre avere una popolazione che non sta ricevendo le dosi di richiamo – (solo il 17% delle persone ha ricevuto un booster negli ultimi sei mesi) – in particolare il vaccino bivalente che prende di mira specificamente l’Omicron, lascia spazio alla reinfezione.

Infine la ricerca pubblicata nel gennaio 2022, evidenzia come le mascherine chirurgiche e N95 erano efficaci fino al 95% nel ridurre le particelle virali che passano attraverso gli strati della mascherina: con il freddo imminente che porterà le persone al chiuso, l’uso della mascherina potrebbe costituire una barriera contro le infezioni. “Ma sarà molto difficile convincere le persone a rimetterle dopo che l’obbligatorietà è stata revocata”, ha fatto notare Horacio Bach, docente della University of British Columbia specializzato in malattie infettive.

Un ritorno delle mascherine non è però escluso. Il Chief Medical Officer of Health Kieran Moore, ha avvertito che poiché un “inverno difficile” è in arrivo, ha in progetto di fare altre raccomandazioni sul loro uso.

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