Canada

Mp, obbligo vaccino:
nuova grana Bernier
nella review tory

TORONTO – Fuoco incrociato su Erin O’Toole. Nelle ultime ventiquattrore sono emersi altri due nodi che dovranno essere sciolti e che riguardano direttamente il leader del Partito Conservatore: la decisione di rendere operativo l’obbligo di vaccinazione per i deputati che vorranno entrare nella Camera dei Comuni e l’analisi della review interna del partito che si focalizzerà sul ruolo di Maxime Bernier e del suo People’s Party nella sconfitta patita lo scorso 20 settembre alle elezioni federali.

Ma andiamo con ordine. Fino a questo momento era certo che tutti gli impiegati federali – ad eccezione dei parlamentari – che lavorano alla House of Commons si sarebbero dovuti vaccinare, pena la sospensione non retribuita, anticamera del licenziamento. La situazione degli Mp, invece, era rimasta nel limbo, con la promessa fatta dal governo che una decisione definitiva sarebbe stata presa entro breve tempo.

La decisione è finalmente arrivata: il Board of Internal Economy, l’organismo parlamentare chiamato a decidere sulle regole amministrative che governano la Camera, ha stabilito che entro il 22 novembre – giorno in cui è stata programmata la prima seduta della nuova legislatura scaturita dal voto del 20 settembre – tutti i deputati per entrare in parlamento dovranno essere vaccinati. La commissione, presieduta dallo Speaker della Camera Anthony Rota e composta da componenti di tutti i partiti, ha stabilito che potranno essere accettate delle eccezioni solo se accompagnate da legittime giustificazione di carattere medico. In ogni caso i deputati esclusi dall’obbligo per ragioni mediche dovranno presentare un tampone antigenico effettuato entro 72 ore prima.

Ora, la situazione di difficoltà di O’Toole è abbastanza evidente. I liberali e l’Ndp hanno posto l’obbligo di vaccinazione per tutti i loro candidati alle ultime elezioni, mentre il Bloc Quebecois, che non ha imposto l’obbligo vaccinale, ha comunque annunciato che tutti i suoi deputati eletti sono totalmente immunizzati.

La posizione dei conservatori su questa questione rimane ancora controversa. O’Toole non ha imposto alcun obbligo e un nutrito gruppo di deputati tory non ha voluto rivelare il proprio stato vaccinale.

I deputati conservatori non vaccinati saranno così costretti ad esercitare le loro funzioni da remoto, come era già successo durante le fasi più acute della pandemia.

Per il leader conservatore si tratta di un’ulteriore grana che va a minare la sua autorità all’interno del partito, autorità già messa in discussione da alcuni esponenti conservatori e dal generale clima di malcontento scaturito dai deludenti risultati delle ultime elezioni.

E qui si arriva al secondo nodo da sciogliere, una matassa davvero difficile da districare. La scorsa settimana infatti è partita la review interna del partito, un’analisi indipendente affidata all’ex deputato tory dell’Alberta James Cumming sulle cause della sconfitta. A partire da oggi la ricerca si focalizzerà sul ruolo avuto dalla presenza di un secondo partito di destra, il People’s Party, nella debacle elettorale. Un’analisi preliminare dei dati forniti da Elections Canada aveva mostrato come l’exploit alle urne del partito di Bernier – 840.993 voti ma nessun deputato eletto – era costata ai conservatori 21 deputati.

Una seconda analisi ancora più accurata, presentata nei giorni scorsi dall’economista dell’Università di Calgary Trevor Tombe, aveva messo in luce un impatto più profondo: se non vi fosse stata la spaccatura tra le destre canadesi, i conservatori avrebbero conquistato ben 25 seggi in più e avrebbero vinto le elezioni.
Cumming nella sua ricerca dovrà mettere in luce come, durante i 36 giorni di campagna elettorale ufficiale, il leader del suo partito abbia cercato di arginare l’emorragia di voti verso Bernier, che negli ultimi sei mesi ha cavalcato l’ondata no vax e flirtato con i vari movimenti “covid-scettici” e “anti lockdown”. In Alberta, in particolare, lo spostamento di voti dal Partito Conservatore al People’s Party è stato massiccio e questo è stato imputato alle posizioni ambigue di O’Toole sulle restrizioni e sulle vaccinazioni obbligatorie.

Si apre quindi una nuova fase calda tra i conservatori, che dovrà culminare con la scelta del gruppo parlamentare sulla riconferma o sull’eventuale rimozione del leader.

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