Canada

“Le forze di polizia erano esauste,
mancava un piano contro la protesta”

TORONTO – Valutazioni completamente sballate, impreparazione, sottovalutazione dei rischi e divergenze interne. Sono questi gli inquietanti elementi che emergono nella sesta giornata di testimonianze nell’inchiesta pubblica sull’uso da parte del governo federale della legislazione d’emergenza lo scorso inverno.

Ad elencare le difficoltà della polizia di Ottawa a contenere la protesta del Freedom Convoy e a garantire la sicurezza nel centro storico della capitale a cavallo tra gennaio e febbraio è stata ieri Patricia Ferguson, vice capo della Ottawa Police (OPS), con una testimonianza destinata a far discutere e ad alimentare polemiche, accuse e veleni. Ferguson ha confermato come a suo avviso i vertici della polizia cittadina presero sottogamba la minaccia rappresentata dal Freedom Convoy. Nell’immediato – ha sottolineato – non venne nemmeno discusso e preparato un piano specifico per affrontare la protesta, ma venne semplicemente messo in piedi il piano d’azione standard previsto per le manifestazioni davanti a Parliament Hill.

Un errore che si rivelò fatale, perché permise ai manifestanti di occupare la zona rossa con i loro camion, bloccando tutte le principali via del centro e rendendo vano un possibile intervento iniziale della polizia.

Ma Ferguson ha messo anche in luce come il corpo di polizia cittadino non avesse le risorse per affrontare una sfida di tali proporzioni e come questo portò a una risposta del tutto inefficace verso la protesta. “Le forze di polizia di Ottawa erano esauste. Come descriverei la situazione? Eravamo in ginocchio, eravamo stanchi come se avessimo corso una maratona per due anni e mezzo, sembrava che avessero spostato il traguardo di 100 miglia e ci avessero dato 200 chili da trasportare per arrivare alla fine”.

Ferguson ha presentato i documenti di un briefing del comando di polizia del 31 gennaio che indicano come per “il personale il rischio principale sia quello della stanchezza”.

“Il personale, in particolare di notte, a livello critico, espone OPS a rischi enormi”, si legge nella nota. Ferguson ha detto che le informazioni che aveva ricevuto indicavano che il Freedom Convoy dovesse arrivare a Ottawa per prendere parte alla protesta. Così l’OPS pianificò un fine settimana di proteste regolari con il suo piano di contenimento standard, dando per scontato che i partecipanti sarebbero partiti la domenica.

Ferguson non aveva accesso ai rapporti di intelligence, quindi tutta la sua pianificazione era basata su “informazioni open source” e sul team di collegamento dell’OPS.

Quando divenne evidente all’OPS il 31 gennaio che la protesta stesse diventando una “occupazione” sempre più radicata, la polizia si trovò del tutto impreparata.

“I vertici – ha aggiunto – fecero fatica a mettere in piedi una rispsota credibile, ci volle più di una settimana per escogitare un nuovo piano per affrontare il Freedom Convoy”.

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