Canada

La leadership di O’Toole
ha le ore contate:
si vota il cambio al timone

TORONTO – Ultime ore per Erin O’Toole alla guida del Partito Conservatore. O almeno è questo lo scenario più probabile alla vigilia del voto, organizzato per oggi all’interno del caucus conservatore, con il quale si dovrà decidere il destino del leader e l’eventuale cambio alla guida della destra canadese.

Ma per inquadrare meglio la situazione, occorre fare un passo indietro. La rivolta all’interno del partito non è certo spuntata fuori dal giorno alla notte. Al contrario è figlia di una malcontento strisciante che si respira all’interno della destra sia dalla sconfitta alle urne del 21 settembre. Una batosta elettorale inaspettata, visti i lusinghieri sondaggi durante la campagna elettorale, un tracollo che ha alimentato divisioni all’interno della forza politica e che ha messo in discussione la capacità di O’Toole di mantenere il controllo del partito.

La prima a lanciare il guanto di sfida verso O’Toole è stata la senatrice del Saskatchewan Denise Batters, che nei mesi scorsi aveva chiesto apertamente di mettere ai voti l’eventuale permanenza del leader. Per tutta risposta l’entourage di O’Toole decise di sbatterla fuori dal gruppo parlamentare.

Ma il pugno duro, questo zittire il dissenso interno evitando la dialettica e il contraddittorio, ha avuto l’effetto contrario rispetto a quello sperato dal leader. Il drappello dei ribelli è continuamente cresciuto, fomentato anche dalle proteste da parte di numerose associazioni locali del partito che nella sostanza chiedevano la testa di O’Toole.

A fare da miccia alla bomba che ha fatto esplodere la rivolta aperta è stata la consegna del rapporto preparato dall’ex deputato James Cumming, nel quale sono stati evidenziati tutti i presunti errori fatti da O’Toole durante la campagna elettorale. I più significativi: cercare di spostare il partito verso il centro, allontanandosi da tematiche tipiche dei conservatori, per poter sfondare nelle aree urbane; la mancanza di una strategia precisa su numerose questioni chiave; le presunta blanda opposizione del partito alle misure anti Covid volute dal primo ministro Justin Trudeau; la clamorosa perdita di voti a favore dell’altra formazione di destra, il People’s Party di Maxime Bernier che di fatto è costata a O’Toole la vittoria finale.

Ora, i ribelli hanno deciso di uscire allo scoperto. Lunedì sera l’ex fedelissimo di O’Toole Bob Benzen, deputato di Calgary, ha inviato una lettera ufficiale al presidente del gruppo parlamentare Scott Reid con la quale veniva formalizzata la richiesta di mettere ai voti il sostegno al leader: il documento ha avuto il via libera e questo vuol dire che era accompagnato dalla firma di almeno 20 deputati conservatori.

Ma stando a quanto hanno fatto trapelare i ribelli, sarebbero una sessantina i parlamentari pronti a sfiduciare O’Toole: per defenestrare il segretario serve la maggioranza dei voti del gruppo parlamentare, dunque 60, visto che il caucus è composto da 119 membri.

O’Toole per ora non molla. Vuole che i ribelli escano allo scoperto e questa mattina lo faranno. Con l’idea che vi sia un grande manovratore dietro la ribellione, quel Pierre Poilievre considerato il suo possibile successore.

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