Canada

Inizia la campagna elettorale:
Ndp e liberali sfidano Ford

TORONTO – Campagna elettorale al via in Ontario. Con lo scioglimento dell’assemblea provinciale, chiesta ieri dal premier uscente Doug Ford durante il suo incontro con la vice governatrice Elizabeth Dowdeswell, è ufficialmente scattato il conto alla rovescia in vista dell’appuntamento alle urne del prossimo 2 giugno.

Certo, il via fissato per oggi è un elemento puramente formale. In realtà sia il partito di maggioranza – il Progressive Conservative – sia le forze di opposizione hanno iniziato la loro campagna elettorale già dal mese scorso. Basta pensare che solamente la scorsa settimana il Partito Liberale di Steven Del Duca e l’Ndp di Andra Horwath hanno presentato l’intera piattaforma programmatica per le prossime elezioni provinciali. E i conservatori giovedì scorso hanno presentato a Queen’s Park il Budget 2022, una manovra finanziaria che rimane semplicemente sulla carta, perché il parlamento provinciale è stato prima aggiornato sine die e poi dissolto senza che vi fosse la possibilità di mettere la legge di bilancio al voto. Ecco allora che proprio il Budget provinciale, che porta con sé un piano di spesa record di quasi 200 miliardi di dollari, è diventato il programma elettorale del partito di Ford.

Ma qual è la situazione reale ai blocchi di partenza? A darci una mano sono i sondaggi effettuati nelle ultime settimane che sono in grado di fornirci un’istantanea abbastanza fedele dei rapporti di forza tra i partiti e dal livello di consenso delle forze politiche che si affronteranno alle urne il mese prossimo.

In questa fase il partito da battere è il Progressive Conservative, che raccoglie la maggioranza relativa delle intenzioni di voto e che punta decisamente al bis dopo la straripante vittoria alle elezioni provinciali del 2018. L’ultimo sondaggio, effettuato a fine aprile da Mainstreet Research, posiziona i conservatori di Ford al 38,1 per cento. Un livello di consenso, quello certificato da questo studio demoscopico, che quasi certamente garantirebbe ai tory di vincere ancora una volta, portando a Queen’s Park la maggioranza assoluta dei deputati.

In questo momento il principale ostacolo per un eventuale Ford bis a guida dell’Ontario è rappresentato dal Partito Liberale, che dopo un avvio in sordina sta guadagnando terreno nei confronti dell’altra formazione di centrosinistra – l’Ndp – e che si candida a un ruolo di primo piano alle elezioni. Secondo Mainstreet Research, se si dovesse votare in questo momento, i liberali salirebbero a quota 30,4 per cento: si tratta di una buona base di partenza, con il gap che li divide dai conservatori ridotto al 7,7 per cento e con incoraggianti margini di crescita nelle prossime settimane.

A inizio aprile la forbice tra il Progressive Conservative e il Partito Liberale, sempre secondo Mainstreet Research, era del 13,4 per cento: in meno di un mese c’è stata la rimonta, resta da capire se questo trend è destinato a continuare o se invece l’allargamento dell’elettorato intenzionato a votare grit è arrivato ormai al suo massimo potenziale.

Non troppo lusinghiera, invece, la situazione dell’Ndp. Horwath, leader del partito dal lontano 2009, ha guidato i neodemocratici in tre elezioni – 2011, 2014 e 2018 – perdendo in ogni occasione. Secondo Mainstreet Research in questo momento l’Ndp si trova al 18.1 per cento, staccatissimo sia dai conservatori – che avrebbero più del doppio dei voti – sia dai liberali. In questa fase serve quindi cambiare marcia immediatamente, riconquistare il terreno perduto e allargare il proprio elettorato tradizionale. Sembrano passati anni luce da quando lo scorso 6 gennaio un sondaggio della Angus Reid attribuiva al partito delal Horwath il 36 per cento delle intenzioni di voto, contro il 33 per cento per i conservatori e il 19 per cento dei liberali. Da quel momento in poi in tutti i sondaggi effettuati gli ndippini hanno perso terreno.

In corsa per il 2 giugno, infine, anche il Green Party di Mike Schreiner: stando a Mainstreet Research i Verdi sono fermi al 5,1 per cento, mentre per quanto riguarda i seggi gli ambientalisti dovrebbero riconfermare un solo deputato a Queen’s Park.

More Articles by the Same Author: