Canada

G7: accordo su tasse
per le multinazionali
Ottawa, sì a imposte
per giganti tecnologia

TORONTO – Avanti sulla tassa del 15 per cento per le grandi multinazionali ma senza rinunciare alle nuove imposte previste per i giganti della tecnologia. Il Canada saluta con favore l’accordo registrato in sede G7 ma allo stesso tempo, per bocca del ministro delle Finanze Chrystia Freeland, ribadisce che il piano siglato nel fine settimana non farà cambiare la quanto già deciso da Ottawa, che a partire dal gennaio del 2022 imporrà una nuova imposta alle grandi compagni tecnologiche. Misure, quelle che entreranno in vigore il prossimo anno, che sono già presenti nella legislazione vigente di altri Stati, come Italia, Gran Bretagna e Francia. La Freeland ha poi aggiunto che i vari Paesi, in futuro, dovranno modificare le rispettive legislazioni quando avverrà la transizione nel nuovo sistema di tassazione globale.

“Oggi – ha dichiarato il ministro – abbiamo dimostrato come sia possibile terminare questa corsa al ribasso sulla tassazione e, allo stesso tempo, come le democrazie liberali guida siano in grado di lavorare insieme per l’interesse comune. Le compagnie multinazionali devono pagare la loro giusta quota di tasse. Lo shopping nelle giurisdizioni per ora ha permesso a loro di non farlo”.

I ministri delle Finanze del G7 hanno raggiunto uno storico accordo su una tassazione minima a livello globale per i profitti delle grandi multinazionali. L’accordo prevede una tassazione minima del 15% sui profitto delle grandi multinazionali, da applicare a livello globale. Il passaggio in sede di G7 era ritenuto fondamentale per un’approvazione della nuova regola a livello di G20.

“Saluto con grande soddisfazione l’accordo sulla tassazione delle multinazionali raggiunto oggi a Londra dai ministri delle Finanze del G7” ha detto il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. “È un passo storico verso una maggiore equità e giustizia sociale per i cittadini”. L’accordo è un successo per il presidente Usa Joe Biden, che nelle scorse settimane aveva rilanciato la proposta. L’intesa raggiunta al G7 di Londra “è un punto di partenza. Nei prossimi mesi ci batteremo perché sia la più alta possibile. La battaglia proseguirà al G20, all’Ocse ma oggi è stata raggiunta una tappa storica”, ha affermato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire al termine del G7. Per la prima volta dopo decenni, aggiunge Le Maire, “gli Stati membri del G7 sono capaci di definire delle regole per il sistema internazionale del ventunesimo secolo. Un accordo di cui possiamo essere orgogliosi. Sono 4 anni che siamo impegnati per una giusta tassazione del digitale e per un tassazione minima delle imprese. Ci siamo. Ci sarà una tassazione sui colossi del digitale e ci sarà una tassazione minima per quanto riguarda la tassazione sulle società per evitare l’evasione e ottimizzazione fiscale”.

Per il ministro dell’Economia francese insomma quello trovato a Londra al G7 “è un accordo ambizioso”. “I ministri delle finanze del G7 hanno assunto oggi un impegno significativo e senza precedenti che fornisce uno slancio straordinario verso il raggiungimento di un’imposta minima globale con un’aliquota di almeno il 15%. Quella tassa minima globale porrà fine alla corsa al ribasso nella tassazione delle società e garantirà equità per la classe media e i lavoratori negli Stati Uniti e in tutto il mondo”.

Ad affermarlo in un tweet è la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen commentando l’accordo raggiunto al G7. La tassa minima globale, aggiunge Yellen, “aiuterà anche l’economia globale a prosperare, livellando le condizioni per le imprese e incoraggiando i Paesi a competere su basi positive, come l’istruzione e la formazione della nostra forza lavoro e gli investimenti in ricerca, sviluppo e infrastrutture”.

More Articles by the Same Author: