Canada

Effetto Poilievre:
Conservatori avanti
del 5 per cento
sul Partito Liberale

TORONTO – L’elezione di Pierre Poilievre alla guida dei conservatori dà nuova linfa alla destra federale. La conferma arriva dal sondaggio di Abacus pubblicato ieri, un’istantanea scattata all’indomani della vittoria del deputato di Carleton nella corsa alla leadership tory, nel quale viene messo in luce come l’effetto Poilievre si sta già facendo sentire nei delicati rapporti di forza tra i partiti federali.

Se si dovesse votare in questo momento – ci dice il sondaggio – i conservatori si attesterebbero al 35 per cento, mentre il Partito Liberale di Justin Trudeau non andrebbe oltre il 30 per cento: la forbice di cinque punti percentuali rappresenta un gap rilevante tra le due principali forze parlamentari, tenendo conto anche del fatto che ad agosto la stessa Abacus aveva rilevato tra i due partiti una sostanziale parità statistica, con i tory al 33 per cento e i grit al 32 per cento. L’Ndp guidato da Jagmeet Singh si stabilizza al 17 per cento (calo di un punto percentuale rispetto all’ultima tornata elettorale), mentre il Bloc Quebecois si ferma al 9 per cento. Il People’s Party e i Verdi raggiungono quota 4 per cento.

A livello regionale, l’effetto Poilievre si fa sentire in modo ancora più significativo. In Alberta il 56 per cento del campione degli intervistati dichiara di voler votare per il Partito Conservatore, mentre in Saskatchewan e in Manitoba il livello di consenso raggiunge quota 51 per cento.

In Ontario la presa dei tory raggiunge il 38 per cento, in British Columbia si arriva al 33 per cento. Nota dolente, per i conservatori e per il loro leader, continua ad essere il livello di sostegno in Quebec, dove la destra e il suo nuovo leader sono fermi al 19 per cento. Questo dato rappresenta l’unica vera preoccupazione in vista delle future elezioni federali.

Poilievre deve cercare assolutamente di ricostruire il rapporto con la base elettorale nella provincia francofona, con la quale l’ex ministro ombra delle Finanze ha avuto un rapporto contrastato. Il braccio di ferro con Jean Charest – ex premier del Quebec nonché suo principale avversario nella corsa alla leadership – non ha di fatto aiutato, così come la decisione di un altro deputato estremamente popolare in Quebec – Alain Rayes – di abbandonare il partito e sedersi nel gruppo misto alla House of Commons.

Ma un altro dato estremamente significativo emerge nel sondaggio di Abacus, quella sulla possibile ricomposizione della frattura della destra canadese. Maxime Bernier fondò il People’s Party in contrasto con le politiche giudicate troppo moderate dei due precedenti leader conservatori, Andrew Scheer ed Erin O’Toole. Alle ultime elezioni il People’s Party prese 840mila voti, preferenze decisive in molte circoscrizioni che determinarono di fatto la sconfitta dei conservatori e la vittoria di Trudeau.

Ora, stando all’indagine statistica pubblicata ieri, una buona fetta dell’elettorato della formazione politica guidata da Bernier ha una visione positiva di Poilievre: il 41 per cento degli elettori del People’s Party promuove il nuovo leader del Partito Conservatore, mentre un altro 30 per cento dice di avere un giudizio neutro, né positivo né negativo, pronto a cambiarlo nell’immediato futuro.

Si tratta di un bacino di voti non indifferente, che potrebbe dare un’ulteriore spinta al nuovo leader conservatore nella sua futura sfida contro il primo ministro liberale.

Per quanto riguarda Trudeau, il giudizio generale dell’elettorato canadese nei confronti del primo ministro rimane sostanzialmente negativo, un trend questo registrato già da parecchi mesi. Secondo Abacus, il 48 per cento dei canadesi boccia senza appello l’operato del primo ministro, mentre solamente il 33 per cento degli intervistati continua ad avere un giudizio tutto sommato positivo del leader liberale.

Per quanto riguarda Singh, infine, il giudizio degli intervistati rimane sostanzialmente invariato rispetto ai precedenti sondaggi. Il 36 per cento del campione giudica positivamente l’operato del leader neodemocratico, mentre il 31 per cento del campione lo giudica in maniera negativa.

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