Canada

Covid, Ontario nel pieno
della sesta ondata

TORONTO – Di dubbi non ce ne sono. L’Ontario è ora nel mezzo di una sesta ondata di pandemia. A dichiararlo è il direttore del Covid-19 Science Advisory Table dell’Ontario Peter Juni. “Basta guardare alle nostre acque reflue per capire che è proprio così – ha detto – la sotto variante di Omicron BA.2 altamente contagiosa non può essere accusata dell’aumento del numero di casi in Ontario che è invece da ricollegare all’aver gettato al vento la prudenza”.

Juni ha stimato che sulla base dei livelli virali misurati nelle acque reflue, l’Ontario sta attualmente registrando tra le 30.000 e le 35.000 nuove infezioni al giorno. Il numero reale di casi è quasi impossibile da misurare perché i test nella provincia non vengono più condotti a tappeto.

Del resto i ricoveri per Covid-19 in Ontario sono aumentati di oltre il 23% rispetto a una settimana fa, con 778 pazienti attualmente ospedalizzati. “Il fatto è che quello che stiamo vedendo è interamente nostra responsabilità, siamo andati un po’ troppo di corsa e quindi eccoci qui – ha detto Juni – il nostro compito adesso è solo quello di mantenere la curva piatta in modo che i nostri ospedali reggano l’aumento dei ricoveri”.

L’eliminazione o la riduzione delle restrizioni e la maggiore trasmissibilità di BA.2 potrebbero essere le motivazioni che stanno alla base dell’inizio della sesta ondata Covid. Il governo Ford è andato avanti con la revoca delle restrizioni per contenere i contagi nella provincia e ad aprile tutte le restrizioni rimanenti sono destinate a cadere.

Quando la provincia ha annunciato i suoi piani diverse settimane fa, i funzionari sanitari hanno affermato che era prevedibile un aumento dei casi con un allentamento delle restrizioni, ma che la provincia ora ha gli strumenti di cui ha bisogno, come vaccini e farmaci, per gestire l’impatto del virus. Il concetto è stato ribadito nei giorni scorsi dalla ministra della Sanità Christine Elliott: “Come ha affermato in precedenza il dottor Moore, gli indicatori dovrebbero aumentare man mano che gli abitanti dell’Ontario interagiscono sempre più tra loro.

Tuttavia, grazie ai nostri alti tassi di vaccinazione e all’immunità naturale, nonché all’arrivo degli antivirali, l’Ontario ha gli strumenti necessari per gestire l’impatto del virus – ha affermato Elliott – i nostri ospedali e il nostro sistema sanitario possono far fronte a qualsiasi scenario senza compromettere la nostra capacità di continuare ad affrontare l’arretrato chirurgico causato dalla pandemia”.

Alla sicurezza ostentata dalla ministra Elliott non corrisponde quella del dottor Juni che ha detto esplicitamente “il Covid non è sparito, anzi cresce, mentre la prudenza e le attenzioni verso le misure anti-Covid vengono meno”. Juni ha avvertito che le proiezioni dei modelli sono “solo uno scenario” basato su un moderato aumento della trasmissione corrispondente a un lieve cambiamento nel comportamento. “Non è più quello che stiamo vedendo. Le persone indossano sempre meno le mascherine e interagiscono molto di più – ha fatto notare Juni – pertanto c’è da aspettarsi che tutti i numeri saranno superiori a quelli previsti, andiamo verso uno scenario peggiore”.

Un certo numero di medici e funzionari sanitari non vedono di buon occhio l’eliminazione di alcune delle misure sanitarie più elementari, come l’uso delle mascherine in ambienti affollati o ad alto rischio. Secondo il direttore del Tavolo tecnico scientifico l’idea che le mascherine facciano ormai parte del passato è sbagliata. “Probabilmente non funzionerà in questo modo. Dobbiamo prenderne atto – ha detto – consigliamo vivamente alle persone di usare le mascherine e di vaccinarsi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Juni è l’epidemiologo Raywat Deonandan secondo cui la revoca delle restrizioni “non dovrebbe essere legata a date di calendario arbitrarie, ma piuttosto a indicatori epidemiologici misurabili”. “Prevedo in modo inequivocabile che l’aumento dei casi sarà seguito da un incremento dei ricoveri e da una salita dei decessi, probabilmente meno di quelli registrati in precedenza durante la pandemia grazie alle vaccinazioni, ma sarà comunque inevitabile”.

Come il dottor Juni anche Deonandan invita alla cautela: uso delle mascherine e vaccini perché la pandemia non è affatto finita e la situazione potrebbe sfuggirci di mano.

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