Canada

Conservatori in testa,
liberali in difficoltà
ma Pierre Poilievre
ancora non convince

TORONTO – Conservatori in fuga, liberali in difficoltà, Ndp in stallo. È questa l’istantanea sui rapporti di forza tra i partiti politici canadesi scattata da un sondaggio pubblicato ieri dalla Abacus, nel quale si mette in luce come il Partito Conservatore in questo momento si trovi in vantaggio rispetto ai grit di Justin Trudeau.

Stando all’indagine demoscopica, i tory di Pierre Poilievre si attestano al 35 per cento delle intenzioni di voto, mentre il Partito Liberale frena e non va oltre il 31 per cento delle preferenze. Non decollano, tutt’altro, i neodemocratici guidati dal leader Jagmeet Singh, fermi al 18 per cento, mentre il Bloc Quebecois, presente solamente nella provincia francofona, raccoglie il 7 per cento delle intenzioni di voto, che si traduce in un corposo 30 per cento su base provinciale.

Ma questo sondaggio presenta degli aspetti contraddittori che dovrebbero far riflettere la dirigenza del Partito Conservatore, perché se da un lato è vero che i tory hanno sostanzialmente sorpassato la fase di parità statistica con la maggioranza di governo, dall’altro il nuovo leader conservatore continua ad avere delle difficoltà evidenti con l’elettorato canadese.

Secondo Abacus, infatti, la maggioranza del campione ritiene ancora che sia Trudeau il possibile miglior primo ministro del Canada (54 per cento), mentre solo il 46 per cento punterebbe su Poilievre. Si viene così a ripetere una tendenza che avevamo registrato con le precedenti leadership tory di Andrew Scheer ed Erin O’Toole, dove il leader del partito non solo non rappresentava un valore aggiunto per la crescita della destra canadese, ma addirittura costituiva un freno alle ambizioni di governo del partito.

E se nel dopo Harper il limite era quello di avere alla guida dei conservatori due esponenti del partito considerati troppo moderati da molte anime della galassia della destra canadese, adesso si verifica l’esatto contrario, con una parte dell’elettorato centrista e moderato che rifiuta alcune posizioni giudicate troppo radicali e a destra di Poilievre, a partire dalle polemiche sterili sulle criptovalute e Bank of Canada, passando per le controverse dichiarazioni che flirtavano con no vax e “Covid-scettici”, finendo per il sostegno nemmeno troppo mascherato del Freedom Convoy, un movimento animato da elementi di estrema destra, suprematisti e personaggi controversi.

A livello regionale, i liberali in questo momento godono della maggioranza relativa delle intenzioni di voto solamente in Quebec e nelle Province Atlantiche, mentre in Ontario – dove sono fermi al 36 per cento – sono stati sorpassati dai conservatori, che raggiungono quota 37 per cento.

Il partito di Poilievre sbanca in British Columbia, in Alberta, in Manitoba e in Saksatchewan, mentre registra ancora delle oggettive difficoltà in Quebec.

Il sondaggio della Abacus cerca anche di capire quali sono in questo momento le principali preoccupazioni dell’elettorato canadese e i risultati sono abbastanza scontati. La prima in assoluto, che raggiunge la sbalorditiva quota del 71 per cento, è rappresentata dall’inflazione e dal continuo aumento del costo della vita.

Al secondo posto troviamo la sanità con il 51 per cento, mentre sul terzo gradino del podio si posiziona l’economia, con il 44 per cento. A seguire, le politiche abitative, il clima e i cambiamenti climatici, la povertà, il clima e la pubblica sicurezza. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia viene giudicato come tema cruciale solamente dal 6 per cento del campione.

In alto, da sinistra: Justin Trudeau e Pierre Poilievre 

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